Dopo 24 anni e
8000 ore, dopo tutti i problemi avuti
col motore che ci hanno fatto cambiare i piani di navigazione di
quest’anno(vedi post), dopo aver
valutato le varie possibilità di riparazione e dopo aver chiesto vari
preventivi e anche se alla fine eravamo riusciti a farlo andare bene,ci siamo decisi a cambiare il motore. Così abbiamo optato per un’officina Volvo di
Bilbao che ci aveva assicurato di sapere come installare il motore sulla nostra
barca di alluminio.
L’appuntamento
era fissato per il 16 settembre a Bilbao e per l’occasione avevamo pensato di
fare una navigazione tranquilla lungo costa verso Est, partendoda Gijón con una decina di giorni di anticipo,
il 6 di settembre.
Visto il meteo,
la prima tappa è stata Santander con una notte di navigazione e già qui ci
siamo presi un temporale con fulmini e raffiche a 40 nodi la sera verso le 11
con pioggia battente e zero visibilità, ma soprattutto una gran paura dei
fulmini con arrivo sempre di notte al marina, cosa mai semplice.
la sera della partenza, vista da poppa
il temporale si avvicina
Santander: marina del Cantabrico
Da Santandera Laredo, dove non eravamo mai stati.
Posto
molto carino con un bel marina protetto.
Arrivo nella baia di Laredo-Santoña
Laredo
Laredo, centro storico
Laredo, "pescatori" lungo la spiaggia
Monumento ai pescatori di Laredo
Laredo: la spiaggia
Poi il 13, siamo
arrivati a Bilbao accolti dal gommone della dogana in assetto controlli che ci
ha accostato nell’immensobacino
portuale di Getxo Bilbao.Le autorità di
controllo marittimo di qualunque tipo sia spagnole che francesi rimangono
sempre perplesse quando scoprono che siamo italiani con bandiera e barca
francese e viviamo in Spagna. Il motore
non ha dato problemidurante la
navigazione e i dubbi continuano a girarci in testa.
In accordo con il
cantiere ci siamo ormeggiati nel pontile del salvamento in attesa di tirar la
barca in secco il 16 lunedì. Il 17 viene estratto il vecchio motorecon il sistema preparato da Angelo che ha
preventivamente fatto una apertura sul tetto dell’hardtop per poter infilare la
catena da agganciare il motore, ma anche per vedere il segnavento in testa
d’albero in navigazione da sotto l’hard top.Durante l’operazione siamo entrambi un po’ tra il commosso e
l’emozionato con mille dubbi sul cambio, ci dispiace lasciare a terra un pezzo
della nostra storia sul quale Angelo ha lavorato tantissimo. Ma si sa “chi
lascia la via vecchia per la nuova sa quello che perde ma non sa quello che
trova”.In linea di principio visto le
facce che fanno i meccanici quando abbiamo detto 8000 ore pensiamo che qualcosa
bisogna fare ma il futuroci sembra
incerto anche perché il nuovo motore è un 30 HP rispetto ai 40 HP del vecchio.
Angelo ha trattato il vecchio motore come un bambino e nonostante i problemi
non ci ha mai lasciato a piedi – anche se io penso grazie al talento di Angelo
per i motori- anche per questoil
pensiero del nuovo motore ci toglie il sonno.
Verso Bilbao
Getxo, Bilbao, il pontile del salvamento vicino al travel-lift
Angleo toglie il plexiglas dell'apertura sull'Hard top in preparazione dell'estrazione del motore.
Il vecchio motore VOLVO PENTA MD 2040
Il vecchio invertitore
Il nuovo invertitore
Il nuovo motore VOLVO PENTA D1 30
L'isolamento acustico nuovo sulle parti intorno al motore
Il vano motore con il nuovo isolamento.
Arrivo del nuovo motore
Il nuovo motore più piccolo su due lastre di alluminio aggiuntive sui silent blocks. Iniziano qui gli errori di misurazione .
Primer sull'elica
Nonostante la
buona impressione che ci hanno fatto inizialmente i meccanici del centro Volvo, i dubbi rimangono
anche per quel che riguarda il nuovo invertitore e il suo posizionamentoall’interno del vano motore.
Man mano che i
lavori procedono iniziano a sorgere problemi. Il primo è la posizione dei
bullonidei silent blocks che essendo più
stretta necessita di un aggiustamento. Aggiustamento che viene fatto in maniera
approssimativae Angelo deve intervenire
per mostrare l’errore e trovare una soluzione per risolverlo. Il secondo
problemasono i bulloni dell’invertitore
che sono in pollicirispetto a quelli in
centimetri dell’attacco sulla barca e anche qui Angelo interviene per spiegare
la differenza tra pollici e centimetri. Si trovano i bulloni in pollici che
vengono adattati e fissati.
Continuiamo a non
dormire e ad avere dubbi perché si rafforza sempre più l’impressione che il
lavoro venga fatto in modo approssimativo senza aver preso le misure. Dopo
grandi sforzi e correzioni il motore è fissato e il 24 il meccanico lavora fino
a tardi per finire i collegamenti elettriciper rispettare l’appuntamentodell’indomani 25 settembre con il travel-lift per mettere in acqua la
barca e fare la prova in acqua.
24 settembre: di corsa tre mani di antivegetativa prima di tornare in acqua il giorno dopo
Stranizza all'interno
25 settembre: in acqua!
Ormeggiati al pontile del Puerto Deportivo di Getxo
Il 25, una volta
in acqua- con vento da 25 a 40 nodi di
raffica- si fa un giro di prova e sembra tutto ok fino all’ormeggio provando una
velocità massimacontro vento di 7 nodi.
La scadenza del
25 era per noi importante perché avevamo prenotato un appartamento per il
periodo della barca in secco, che si è rivelato una gran fregatura, sia per l’odore
terribile di muffa sia per il muro della camera da letto confinante con una
strada trafficata, quindi oltre al pensiero del motore, la notte non riuscivamo
a dormire per il rumore e non vedevamo l’ora di andarcene.
L’indomani, 26 settembre,
proviamo ad accendere il motore e suonano tutti gli allarmi più l’indicatore della
dispersione con un rosso al massimo livello che significa che il motore non è
isolato!
Chiamati a
raccolta i meccanici, ci rendiamo sempre più conto che non hanno mezza idea
dell’installazione su barche di alluminio perché sostengono che la dispersione
di elettricità viene dal pontile. Anche in questo caso Angelo studia il
problema e trova la soluzione nel far ordinare un pezzo dalla VETUS che isola
motore e asse dell’elica. Per fortuna il cantiere lo ordina senza fare troppe
storie. La tensione inizia a calare e ci sembra di vedere la luce.
30 settembre
Siamo ormai a
Getxo,Bilbaoda17 giorni e nonper fare i turisti. Siamo andati solo
domenica 22 a visitare il Ponte di Biscaglia, il resto passato tra cantiere,
officina, appartamento puzzonee ora
finalmente su Stranizza. Nel frattempo ho imparato qualcosa in più su Euskadi,(
Paese Basco) Euskera, (lingua basca) e Ikurriña la bandiera dei Paesi Baschi.
Domenica 22, giorno di riposo e gita al Puente Vizcaya
Vista verso il mare dalla cabina mobile del ponte
Sosta tecnica con cioccolata e churros
Sulla passerella in alto del ponte
Vista verso la cittá
Vista verso il porto industriale e il mare
L’ampliamento del
porto di Bilbao e la costruzione del ponte vengono realizzati alla fine
dell’ottocento sotto la direzione di vari ingegneri tra cui Evaristo Churruca
che progetta i grandi moli esterni che risolvono il problema della formazione
di banchi di sabbiaall’imbocco della
Ria. Tutta la zona di Getxo diventa residenziale alla fine dell’ottocento con
lo sviluppo dell’industria mineraria e la costruzione delle grandi ville di
industriali e politici sul lungomare. Nella zona del porto turistico ci sono
solo bar e ristoranti e negozi di articoli nautici, per fare la spesa bisogna
addentrarsinell’abitato e o risalire la
scarpata. Vicino al marina c’è un enorme terminal dove attraccano le navi da
crociera che scaricano stuoli di anziani. In giro s’incontrano varie nazionalità,
arabi, pakistani,come quelli di uno dei bar del marina, sudamericani che spesso gestiscono piccoli
negozi di alimentari, anche africani che vendono paccottiglia o chiedono
l’elemosina. Ad un’ osservazione attenta si percepisce che qui la vela è un
hobby da benestanti a giudicare anche dai prezzi dei marina abbastanza alti anche in bassa stagione.
L'edificio (1920) della direzione del porto di Getxo e della Croce Rossa che si occupa del salvamento marittimo
Getxo, vista della passeggiata e della zona residenziale dal pontile del marina. In primo piano biciclette galleggianti in affitto.
Finalmente
arrivano i pezzi della Vetus e vengono montati con Angelo che va sott’acqua per
far entrare l’asse nel mancione a colpi di martello. Una volta montato tutto il
pezzo facciamo un giro di prova, tutto ok fino a 1500 RPM poi il rosso della
dispersione lampeggia. Last but not the
least,Angelo si accorge che nel nuovo
pezzo manca un distanziale e lo costruisce con una chiave.
A questo punto,
vista la situazione, abbiamo ormai l’idea che questa officina VOLVO non abbia
idea del montaggio su barche di alluminio. Telefoniamo alla direzione generale
VOLVO in Belgio per sapere se c’è un protocollo per le barche di alluminio e ci
indicano un’officina VOLVO a La Rochelle. Telefoniamo e ci confermano che lavorano anche
per Alubat.Il 4 ottobre decidiamo di
partire subito per La Rochelle anche perché il 7 arriva una depressione,
andiamo in cantiere a pagare e lì abbiamo l’ultima conferma che non avevano
idea perché il capo dice chiaramente“che le barche di alluminio hanno la piastra porosaper la dispersione elettrica”cosa che hanno solo le barche in vetroresina,
mentre le barche di alluminio hanno dei relex che isolano lo scafo, cosa che
abbiamo imparato in seguito.
Così la sera del
4 partiamo da Bilbao che non ne potevamo più e con mare incrociato e temporali
all’arrivo con nebbia che non si vedeva niente arriviamo in una notte buia e
tempestosa, sfinitial Port de Minimes
de La Rochelle alle 6 del mattino del 6 ottobre, ormeggiati al pontile del
distributore perché non distinguiamo quello di transito.
4 ottobre ore 19, in fuga da Getxo Bilbao per La Rochelle.
4 ottobre, tramonto sulla costa Cantabrica
... dopo una notte buia e tempestosa
La Rochelle: Port de Minimes
A La Rochelle, dopo aver contattato l’officina
Volvo, viene il meccanico per
un’ispezione del motore e constata che per isolare ulteriormente il motore
bisogna installare i relex, parti che devono essere ordinate, in più ci dicono
che proveranno il tutto su un alternatore che hanno in officina per essere sicuri.
Noi ormai non ci fidiamo più di nessuno e andiamo a farci spiegare esattamente
cosa devono fare. Nel frattempo
approfittiamo per andare alla HYDROEM a sistemare il pistone idraulicodel timone, contattiamo la veleria per ricucire alcuni
punti del genoa – che ci dice anche che la vela è ancora buona e non ha bisogno
di essere cambiata- l’asta YOR nuovae
il salvagente nuovo. Poi dopo ben 24 anni montiamo anche lo specchio in bagno.
Giro turistico per velisti alla Hydroem per regolazione pistone del timone
La nuova asta IOR e la borsa con la cima e il salvagente
Catamarani di lusso e barchette stanziali
Qui in Francia si
vede che la vela fa parte della cultura, scuole di vela ovunque e ben attive,
barche che escono con qualsiasi tempo e soprattutto prezzi bassi al marina.La domenica del nostro arrivo c’era il Gran
Pavois (fiera della nautica e delle barche) ma noi eravamo troppo stanchi per
visitarlo.
Lungo tutto il pontile
del transito, dove ci siamo spostati, e a perdita d’occhio intorno a noi, una
marea di catamarani nuovi enormi, la maggioranza Fountain Pajot, più alcune
barche “stanziali” più modeste di gente che vive a bordo in condizioni precarie.
Insomma dalle stelle alle stalle.
Un parabordo che costa come un rene ...
Gli stanziali....
Gli stanziali....
Gli stanziali....
I cani degli stanziali.
S/Y "EVASION"
Barca trainata in porto da SNSM (Sauveter en Mer) a cuasa di una avaria al motore. Abbiamo sentito il PAN PAN mentre arrivavamo a La Rochelle nella notte buia e tempestosa.
Facciamo anche
qualche giretto nel sempre spettacolare centro storico di La Rochelle, dove nel
vecchio porto vediamo in anteprima due IMOCAdella Vendée Globe,Maitre Coq
del vincitore della scorsa edizione e Human Immobilier di Antoine Cornic un
nuovo partecipante , visione esclusiva senza bisogno di andare a Les Sables d’Olonne
all’affollatissima partenza.
L'IMOCA "Maitre COQ" di Yannick Bestaven
L'IMOCA a deriva senza foils "HUMAN IMMOBILIER" di Antoine Cornic
Il 16 ottobre
finalmente viene il meccanico a fare il montaggio dei relex e a controllare il
tutto. Si accorge che il filo dell’acceleratore era messo male e faceva
contatto e Angelo sistema poi anche il filo dell’invertitore che era storto e
impediva alla leva del cambio di funzionare bene. Finalmente sembra che sia
tutto a posto e ci mettiamo a studiare il meteo per il ritorno.
Il 23 decidiamo di muoverci da La Rochelle a
St. Denisa l’Île d’Oleron, che si trova
a dieci miglia e che ci accorcia un po’ la distanza per il ritorno verso Gijón.
Molto contenti della scelta. St. Denis è un
villaggio molto carino, sicuramente più umano di La Rochelle, con una bella
pescheria e un mercato tutti giorni sulla piazza poco distante. Approfittiamo
facendo mangiate di ostriche e una bella camminata fino al faro di Chassiron
che delimita l’ingresso al canale che va a La Rochelle.
Partenza da La Rochelle con nebbia fitta
nebia fitta che pian piano si dirada
Il marina di St. Denis d'Oleron, Stranizza all'inglese nel pontile di transito
St. Denis d'Oleron
St. Denis, le case basse che ci ricordano un po' Marina di Ravenna
St. Denis, La piazza del mercato
St. Denis, il sistema di pesca che sfrutta la marea, gestito in collettivo.
Ostriche e cozze a volontá!
Gita al faro
Un vecchio mulino nel centro del paese
Il "semaphore", di fianco al faro, che gestisce il traffico del canale d'ingresso a La Rochelle
Il giardino botanico alla base del faro
In cima al faro vista verso Est, con la balisa di segnalazione dei bassi fondali
Vista verso Nord
Vista verso Sud Ovest
A St. Denis siamo
ormeggiati all’inglese e siccome l’ondina fetente entra dal canale e ci batte
sulla poppa, proviamo lo “SPROGGING” una manovra per ruotare la barca di 180
gradi senza staccarsi dal pontile, legati con solo una cima alla bitta di poppa.
In questo modo abbiamo la prua all’ingresso e l’ondina non ci da più fastidio.
"SPROGGING"
Stranizza ormeggiata con la prua verso l'uscita, si dorme tranquilli.
Dopo qualche giorno
si ormeggia davanti a noi un SIRIUS vecchio modello con bandiera austriaca. Siamo
super incuriositi perché la SIRIUS viene pubblicizzata per la razionalizzazione degli
spazi e per avere la dinette allo stesso livello del pozzetto. È stata per un
po’ il nostro ideale soprattutto quando dobbiamo tirare fuori mezza barca per
le parti di ricambio o semplicemente per gli attrezzi.Conosciuta la coppia di proprietari la visita
a bordo ci fa cambiare idea. I gradini ci sono, ma nei posti sbagliati che ci
fanno apparire tutto ancora più scomodo!
Finalmente il 31
ottobre vediamo una buona finestra meteo per fare una diretta su Gijón, con
poco vento e mare calmissimo. Arriveremo a GIjón il 2 novembre alle 4 di notte
dopo una smotorata sotto un cielo stellato incredibile che si rifletteva in un
mare calmo e scintillante. Il motore non ha più dato problemi di
dispersioneè più silenzioso grazie al
nuovo isolamentoe incredibilmente il
problema di dispersione che appariva ogni tanto durante i 24 anniè scomparso!
Rimangono ancora
molti lavori da fare, primo da tutti la sostituzione dell’elica che va adattata
al nuovo motore. Alla fine siamo contenti di aver risolto molti problemie di essere andati a La Rochelle e di essere finalmente a casa.