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venerdì 12 agosto 2022

Preambolo della Golden Globe Race 2022

Gijon 11 agosto

 By Angelo

Foto di Antonella

Preambolo della Golden Globe Race 2022

16 dei 18 partecipanti alla Golden Globe 22 ad appena 2 settimane dalla partenza del loro giro del mondo in solitario si sono ritrovati nel Marina di Gijon.

Abbiamo avuto maniera di conoscerli di persona, di scambiare interessanti punti di vista su molte e cose e la sorpresa di trovarsi a parlare di navigatori di altura di diverse parti della terra  conosciuti ad entrambi .

Essendo la regata originariamente inglese , la maggior parte dei partecipanti e’ del mondo anglosassone, inglesi, irlandesi, americani, australiani, sud africani , canadesi, un indiano , un francese.

Partendo proprio dall’indiano Tomy Abhilash con piacere gli siamo andati a stringere la mano e fargli i complimenti per il suo coraggio. Nell’edizione del 2018 si era capovolto nei mari del sud sotto una gran burrasca , rotto albero e infiltrazioni di acqua , perse la barca e mi sembra di ricordare che fu tratto in salvo da un nave australiana , potrei anche sbagliare. Oggi lo ritroviamo al pontile con un'altra barca con uno sponsor di AbuDhabi e piu’ agguerrito che mai.

Ci ha confessato che non ha paura della morte e che non ha avuto neanche paura quando lo salvarono dall’affondamento, a poppa ha due eolici che a me sembrano quelli dei bimbi, la sua teoria e’ che essendo piccoli pesano poco e non appesantiscono la poppa, io non ne sono molto convinto, quando si beccheranno 40-50 nodi per me voleranno via con tutta la struttura, pero’ contento lui contenti tutti.

E’ uno dei pochi insieme all’inglese Guy Waites ad avere il timone a vento della Wind Pilot a servopendulo, tutti gli altri o Aries o Hydrovane tutti con doppia pala.

A detta di entrambi ne sono contentissimi e funziona egregiamente bisogna pero’ spenderci molto tempo per capire il bilanciamento delle vele, ci diceva infatti Guy che quando finalmente era riuscito a farlo funzionare bene , ha dovuto ricominciare da capo perche’ aveva cambiato il genoa con un altro di taglio diverso rispetto al precedente.

L’unico “veterano “ e’ Mark Sinclair detto Capitan Cocconut , nella precedente edizione era rimasto senza acqua e aveva molti problemi tecnici e si era quindi ritirato per fermarsi in Australia a sistemare un po’ di cose, era poi ripartito ma a Capo Horn aveva scassato ancor di piu’ la barca e ora non ricordo dove si era fermato , in conclusione e’ arrivato da poco a Les Sable D’Ollone dopo 4 anni, pronto a ripartire per una nuova edizione.

Una cosa buffa su Mark che e’ stata affrontata alla conferenza della sera, quando uno del pubblico ha chiesto che tipo di Drogue avevano a bordo, gia’ li’ ognuno aveva un sistema e una filosofia diversa, ma Mark si tiene due copertoni a prua che alla bisogna lega insieme con una catena e fila di poppa con una cima di 70-80 metri.

Ian Herbert-Jones ha una Jordan tradizionale, Michael Guggenberger ha un sistema tutto suo , fila di poppa tre cime da 100 metri e poi aiuta il timone accorciando o allungando le cime laterali . Il francese Damien Guillou , l’unico che secondo me ha tutti i numeri per vincere, ha un back ground di figarista e ha navigato anche con gli Imoca, poi a detta di lui si e’ stufato di tutta quell’elettronica sofisticata e si e’ preso questo tempo sabbatico per fare questa regata estrema per la strumentazione quasi inesistente, ha fatto un gran discorso poi si e’ perso un po’ nella dialettica e alla fine non si e’ capito che drogue ha .

Kirsten Neuschafer l’unica donna della combriccola , Antonella ha avuto maniera di farci due chiacchiere, ma quando siamo andati sui pontili era sempre sotto battuta con troupe giornalistiche e quindi sempre impegnata.

Abbiamo passato diverso tempo con Pat Lawless, che ci ha parlato della sua bella Irlanda, e sul fatto che in barca non e’ mai sceso sotto la latitudine della Canarie, pero’ per provare la barca e fare le miglia di qualificazione e’ stato diverse volte in Islanda.

Ci ha invitato a bordo e ci ha fatto vedere un po’ come sono organizzate le barche seguendo le ferree regole di regata.

Hanno a bordo una radio SSB con la quale possono contattare le stazioni costiere per il meteo, possono parlare con i familiari, e possono contattare le navi in transito per poter avere aggiornamenti sul meteo.Naturalmente nessun interfacciamento con PC per grib , visto che non e’ permesso nessun tipo di PC a bordo…neanche un calcolatore.

Hanno anche una radio HF in ricezione dove possono scaricare carte sinottiche, ma devono essere stampate su un meteofax.Meteofax che e’ diventato matto per trovarlo perche’ e’ ormai roba obsoleta, si era ridotto a girare i mercatini dei bric brac, poi finalmente ne ha trovato uno da un vecchio pescatore, lo ha interfacciato, ma ancora non capisce molto bene come funziona.

Hanno a bordo un sistema AIS transponder senza l’ausilio di nessun visore, gli da’ solo l’allarme e segnala agli altri la sua presenza, poi sta’ a lui tirare fuori la testa e capire dove sta’ il bersaglio.

Hanno anche un sistema di radar attivo che anche quello segnala la loro presenza , ma a loro arriva ancora solo un allarme sonoro senza dirgli da che parte deve quardare.

Hanno una scatolina gialla con cui una volta al giorno devono mandare la posizione all’organizzazione, e possono inviare 6 messaggi ad amici o parenti.

E’ assolutamente vietato comunicargli la propria posizione o la posizione degli altri concorrenti.

Supervietato rischio la squalifica di avere a bordo un qualsiasi tipo di GPS e/o cartografia digitale, come e’ vietato lo smartphone, l’unica maniera per avere la propria posizione e’ col sestante e riportarlo su carta in cartaceo. Importantissimo tenere il log book, come documento ufficiale.Hanno un telefono satellitare che naturalmente non possono usare se non in emergenza.

Possono imbarcare acqua quanta ne vogliono, naturalmente niente desalinatore , Pat pensava di caricarne circa 300 litri  recuperare poi quella piovana , da considerare che il tempo medio di arrivo sono 250 giorni, ma potrebbero essere anche 300, quindi 300 litri non e’ che siano molti. Altri vanno con 400 litri , ma la media e’ quella, anche perche’ piu’ acqua vuol dire piu’ peso ecc..

Anche gasolio ne possono caricare quanto ne vogliono, gliene abbuonano 25 litri, tutto quello usato in piu’ alla fine verra’ penalizzato aggiungendo tempo all’arrivo.

E’ stata una grande esperienza vedere e conoscere questi skipper visti magari molte volte sui mainstream , stringergli la mano e parlargli come fossero amici da sempre , forse tra alturieri ci si capisce, devo dire che sono stati tutti estremamente gentili e disponibili a chiacchierare, in particolare quando ci chiedevano di noi e gli raccontavamo del nostro viaggio alle alte latitudini.

Il 14 partiranno in doppio per una light regata fino a Les Sable D’ollone dove per un altro  paio di settimane saranno bombardati dai media e non vedono l’ora di partire ci hanno confessato “con qualsiasi meteo”, basta partire ed essere in mare.

La regata partira’ da Les Sable il 4 settembre , per seguirla ci si puo connettere al sito della regata https://goldengloberace.com/

Puerto deportivo de Gijon


Kirsten l'unica donna partecipante



















I due  copertoni usati come drogue da Mark Sinclair









Autorità e stampa in visita

Mark che ci spiega alcune cose




Tomy l'indiano, a poppa i due eolici "dei bimbi"


Pat e la sua barca



sullo sfondo la stufa a legna di Pat

Radio SSB sopra, e radio HF receiver sotto

Elettronica all'osso


dietro lo scottex allarme AIS e allarme Radar attivo

Don McIntyre sulla sinistra alla conferenza

da sinistra a destra Ian, Mark, Damien.

 

 .... e per finire una vignetta del grande Mike Peyton



 

San Esteban ( de Pravia) Asturias

By Antonella

Lat. 43° 32.4 N Long. 6° 4.7 W

Dal 4 al 8 agosto 2022

Inizialmente, nell'idea di muoverci (in barca) per qualche giorno da Gijon avevamo pensato di andare verso Est, ma poi viste le previsioni che davano Nord Est - Est per diversi giorni abbiamo optato per la costa Ovest e abbiamo individuato sulla carta San Juan de l'Arena, porticciolo come la maggior parte in questa costa, inserito all'imbocco di un fiume dopo il Cabo Penas e a circa 25 NM ( miglia da Gijon).

Dopo varie ricerche e telefonate abbiamo scoperto che ci sono due paesi sulle rive opposte dello stesso fiume Nalon: San Juan de la Arena a sinistra e San Esteban (de Pravia ) sulla destra.

Arrivati la sera del 4 agosto verso le 7 e 30, in una bella giornata di sole ma con poco vento, entriamo con precauzione seguendo il molo che si estende sul mare. Molti porti della costa settentrionale spagnola sul Golfo di Biscaglia sono esposti al moto ondoso generato dalle perturbazioni che entrano dall'Atlantico quindi anche con poco vento c'è spesso un'onda lunga che arriva da lontano e che può creare problemi all'ingresso di alcuni porti, ma in questo caso con onda lunga da Nord non ci sono stati grossi problemi. L'unico fastidio i pescatori appostati sul molo che si sentono padroni del canale d'ingresso e ritirano le lenze protestando o lasciandole per dispetto.

Sulla sinistra ci sfila San Juan de la Arena che ha un aspetto più turistico da villaggio vacanza con edifici a più piani e un piccolo porticciolo con barchini a basso pescaggio.

A San Esteban il porto è stato ricavato chiudendo con un lungo molo un'ansa del fiume. Al telefono, la persona del Club Nautico di San Esteban ci aveva spiegato che si può ancorare gratuitamente in fondo al porto oppure ormeggiarsi lungo il muro che costeggia la riva. Quando arriviamo nel bacino del porto, un tizio su una barca ormeggiata in uno dei pontili privati ci fa segno di ancorare in fondo. Il problema è stato il giorno dopo, quando abbiamo cercato un approdo per il dinghy per scendere a terra perché tutti i pontili con relativi accessi a terra sono chiusi e riservati, l'unica possibilità è legare le cime a una delle scale di metallo lungo il muro. Per certi versi ci sembrava di essere tornati in Cile o in una ipotetica Scozia visto il meteo grigio piovigginoso e un po' freddino del 5 agosto, ma dopo tanti mesi di inattività volevamo comunque provare il dinghy e il fuoribordo. Con un po' di fatica abbiamo messo in acqua Caronte Walker Bay dopo aver montato e gonfiato i tubolari, e il fuoribordo ha funzionato al primo colpo. Guardandosi intorno sulla riva si vedono grosse strutture industriali e leggendo sui pannelli informativi scopriamo che San Esteban – conjunto historico industrial - è stato un porto minerario e industriale importante fino agli anni sessanta per l'esportazione del carbone che arrivava dalle miniere vicine e un punto di collegamento con tutta l'attività di rifornimento ed esportazione materie prime che partiva da qui.

Per fortuna nei giorni seguenti il meteo migliora con un bel sole e facciamo due passi in esplorazione.

Consultiamo spesso il meteo per capire come e dove muoverci. Sembra che per avere l'ipotetico Ovest bisogna aspettare una settimana almeno senza avere la certezza che ci dia buono, decidiamo quindi di muoverci con il Nord Est leggero e fare dei bordi per ritornare a Gijon dopo aver scoperto che i tanto decantati porticcioli limitrofi chiedono ben 25 euro per stare all'ancora.

Partiamo l'8 agosto verso le dieci e mezza dopo che ci siamo goduti l'ancoraggio super tranquillo -a parte un po' di ondina-. Issando ancora viene su un fango nero ma per fortuna niente ostruzioni. Anche l'uscita non presenta grossi problemi, c'è sempre onda lunga all'imbocco e bisogna fare attenzione a non finire sulle secche lasciando la boa rossa a dritta e costeggiando il muro.

Inizialmente il vento è un po' sostenuto 20 25 nodi da Nord EST, facciamo un bordo in fuori, ma poi in prossimità del Capo Penas cala completamente e andiamo a motore. Poi per fortuna passato il capo il vento riprende al traverso lasco ed è una bellezza, finalmente una bella veleggiata come ce la sognavamo da mesi. 

Sono anche riuscita a vedere una tartaruga marina.



Partenza da Gijon, la costa verso Cabo Penas

Cabo Penas



 

Il faro di Cabo Penas

Verso Ovest




Il Molo di San Esteban e il villaggio di San Juan de la Arena in vista

Si va a terra

6 agosto, il sole, Stranizza all'ancora davanti al cantiere e alla scuola di vela




Passeggiata sul molo


La piccola boa rossa che bisogna lasciarsi a sinistra all'ingresso  (al centro vicino al lampione) a lato gli scogli e i bassi fondali



Dal molo vista verso Ovest

Le strutture industriali per la carica del carbone e il molo di chiusura del bacino portuale



Il lungo fiume, i pontili con i barchini hanno l'accesso riservato, l'alternativa è legarsi a una delle scale metalliche. Poi abbiamo trovato un pontile con dei gommoni con un accesso libero a scala in muratura.




la stazione ferroviaria

Stranizza all'ancora. Vista di San Juan de la Arena e il molo che circonda il porto e che separa dal fiume

treno alla stazione




8 agosto partenza da San Esteban






Navi all'ancora all'ingresso di Avilés



In navigazione finalmente a vela verso Gijon