Dopo la circumnavigazione dell'Irlanda di quest'anno, avevamo deciso di rientrare presto a Gijon per poter approfittare del bel tempo per fare tutta una serie di lavori impegnativi su Stranizza.
Siamo arrivati a Gijon l'8 di agosto e dopo una settimana in acqua a preparare la barca , il 16 agosto abbiamo alato Stranizza nel cantiere di Asturnautica, cantiere che avevamo gia' contattato in febbraio prima di partire e presi accordi per l'alaggio ad agosto e sulla possibilita' di fare i lavori da soli.
Pur essendo un cantiere praticamente in centro citta' , ci avevano promesso di poter fare lavori anche poco simpatici, tipo discare con flessibile e disco abrasivo tutta la coperta, facendo una gran polvere e rumore, cosa di cui ci siamo stupiti non poco.
La decisione di discare tutta la coperta da soli era nata l'anno precedente quando chiedemmo un preventivo per smontare tutta la ferramenta, sabbiare e verniciare di 45000 euro, una follia, di li' l'idea di non smontare nulla o il minimo sindacale, anche perche' smontare la ferramenta in una barca di alluminio di 23 anni vuol dire andare incontro a brutte rogne.
Tant' e' che il cantiere che ci fece il preventivo tra lo scherzo e il serio ci disse che era consapevole del prezzo alto ma sorridendo ci disse che 40000 euro andavano via in mano d'opera per lo smontaggio e rimontaggio ferramenta e 5000 per la vernice, e' comunque esagerato, ma puo' diventare un incubo mettersi dietro alla ferramenta.
La vernice dopo cosi' tanto tempo si sollevava a chiazze, mentre l'antislip era praticamente inesistente.
Appena alata la barca ho acquistato una rotorbitale semiprofessionale con diametro da 150 mm di disco, pensando che con la carta vetrata sarei riuscito a rimuovere la vernice dal ponte. Ho provato con grani diversi ma nulla da fare, troppo spessa e troppe mani, ho provato anche con un decapante per metalli, ma anche quello un fallimento completo, mi sono ridotto alla fine ad usare un piccolo flessibile con dischi abrasivi da 40 e 60.
Se con la rotorbitale avevo la possibilita' di connettere un aspiratore, putroppo con il flessibile non e' possibile.
Il problema e' che con il disco si fa' una polvere enorme, ed essendo vicino alle case e proprio a 20 metri c'e' la sede del Club Nautico con derive, non era proprio una bella cosa.
Ho cosi' pensato di prendere una scatola di plastica trasparente, ricavare una finestra dietro dove poter manovrare il flessibile messo all'interno, forare poi sopra e inserire il tubo dell'aspiratore.
Non e' che abbia risolto il problema interamente, ma di sicuro ho minimizzato di molto la polvere, avendo poi l'avvertenza di lavorare solo la mattina quando il vento soffiava verso il bacino e smettendo il pomeriggio quando la termica soffiava verso il cantiere ho minimizzato le varie proteste, ma di fatto nessuno si e' lamentato , anche se l'operazione di discatura e' durata due settimane.
Ho praticamente rimosso la vernice nelle zone dove c'era l'antislip, sulla coperta in se' e sui camminamenti laterali, lasciando la vernice bianca sulle finestrature laterali.
Portato ad alluminio ,prima di verniciare sono passato con la rotorbitale a grana grossa per rimuovere il filo di ossido che nel frattempo si era ricreato e anche per dare piu' grip al primer.
Dopo la rotorbitale, aspirato il piu' possibile e passato con straccio e acetone per rimuovere la sporcizia piu' che si poteva e alla fine passato con 4 mani di primer epossidico Interprotect dell'International.
Dopo le quattro mani di primer, due mani di antislip Interdeck dell'International.
La parte orrizontale sotto l'Hard Top l'ho lasciata alluminio e cosí pure tutto il pozzetto.
La poppa rimosso completamente l'antislip e stuccato in qualche punto dove c'era la vernice bianca.
Ho chiesto poi al cantiere di discare le due fasce laterali dello scafo e portare tutto ad alluminio. Fatto fare dal cantiere, perche' finche' si tiene il flessibile orrizzontale e' un conto, quando si lavora in verticale le braccia lavorano duramente, in piu' sono organizzati con un ponteggio mobile e non per ultimo se si crea polvere e rumore ne sono loro i responsabili.
In due giorni hanno discato e lisciato le fascie laterali dello scafo e abbiamo potuto applicare due strisce blu di nastro per spezzare un po' la vista di tutto quell'alluminio, aggiungendo il nome e come da tradizione maltese i due occhi a prua ad avvertirci delle tempeste in arrivo.
Con l'occasione ho cambiato le finestrature nell'Hard Top, perche' le vecchie avevo lasciato i fori dove andavano le viti da 5 mm a solo 6 mm. e in piu' avevo stretto le viti con l'avvitatore, dopo poco in corrispondenza delle viti il policarbonato aveva cominciato a craccarsi. Avevo fermato le cricche con un forellino, l'acqua non entrava , tant'e' che sono durate 3 anni anche in condizioni estreme, ma visto che quando feci le prime finestrature avevo comprato un grande foglio di policarbonato e ne erano scappate fuori due coppie per ogni finestra, sono venute ora comode per installare le nuove.
Questa volta ho fatto fori da 8 mm. nel policarbonato per viti da 5 mm. dando piu' spazio alle varie espansioni termiche e dopo aver messo del Sikaflex 591 sui bordi, le viti le ho solo appoggiate a mano. Dopo due settimane non si sono ancora viste cricche.
Nel 2020, visto la sempre difficolta' di riempire le bombole di gas in giro per il mondo, in pratica ogni paese ha le sue bombole e i suoi regolatori, le blu campingas non si trovano facilmente, in particolare UK e Irlanda costano troppo importarle, in Patagonia ci eravamo ridotti ad avere 5 bombole tutte diverse con i relativi regolatori.
Dal 2020 abbiamo deciso di dotarci di 2 bombole “Cube” in vetroresina francesi da 16 kg. l'una e di due bombole campingas da 3kg.
Se prima avevamo spazio nei gavoni dedicati di poppa, con anche la costruzione della cassa di alluminio contenente la zattera, a poppa non c'era piu' spazio.
Ad Horta feci un balconcino a poppa con compensato marino per supportare tutte le 4 bombole.
Quest' anno ho preso l'occasione di sostituire il compensato con una bella lastra di alluminio.
Altro lavoretto, il taglio di una fessura di 8x 60 cm. sul soffitto dell'Hard Top, per due motivi, il primo per avere visibilita' alla randa e al windex in testa d'albero, la seconda per creare un passaggio per una catena di sollevamento quando dovremo estrarre il motore senza dover per forza rimuovere l'Hard Top.
Con l'idea di continuare a navigare nel nord Europa siamo costretti ad installare una tanica per le acque nere, che in un 35 piedi gia' di per se' pieno di cose, e' risultato un po' complicato.
Comunque abbiamo deciso di perdere una parte dell'armadio delle scarpe dietro al wc, per posizionare la tanica da 42 lt., poi viaggiando con tubi sanitari armati da 38 mm. di interno abbiamo fatto tutti i vari collegamenti, impresa mica facile. Comunque dal wc parte un tubo che arriva ad una valvola a tre vie, che decide da che parte andra' il flusso o direttamente in mare o alla tanica.
Dalla tanica partono due tubi, uno che va' ad una pompa a mano per espellere in mare collegandosi con una Y al tubo di scarico a mare, una pompa perche' la tanica e' praticamente sotto la linea di galleggiamento.
Poi se ne parte un altro tubo che va' al bocchettone sul ponte per lo svuotamento via pompa del marina, facile a dirsi ma viaggiare con quei tubazzi non e' stata un impresa facile.
Per ultimo rimontato le doghe di teak delle panche del pozzetto dopo essere state ripulite con paglietta di ferro, una volta rimontato le panche il montaggio della tela in sumbrela con i trasparenti che chiude il retro dell'hard top.
Rifatto il circuito della 220 con nuovo differenziale, perche' al freddo del nord collegando troppe stufe elettriche e forse essendoci un connettore lento si era mezzo bruciato un filo.
Ora, a parte il cambio di tutti i fili abbiamo fatto un sistema che arriviamo dal marina con un cavo indipendente in barca nel caso vogliamo accendere qualche stufetta, il problema si presenta solo nei marina, perche' negli ancoraggi abbiamo la stufa a gasolio.
Direi che per quest'anno basta e avanza e ci fermiamo qui con i lavori, perche' anche se l'inverno si appresta, ci piace comunque continuare a fare piccole navigazioni invernali in questa bellissima costa Cantabrica/Gallega/Asturiana.
Di seguito alcune foto delle condizioni della vernice e dell'antislip prima del lavoro
L'inserimento del flessibile all'interno di una scatola di plastica per poter aspirare il piu' possibile
Come si presentava il ponte dopo la discatura
Si comincia con 4 mani di primer sulla parte alta
Poi due mani di antislip
4 mani di primer nei passaggi
In alcune parti dove la vernice era ancora tenace e in buone condizioni, fatte alcune leggere stuccature e riverniciato di bianco
A lavoro finito con antislip e verniciatura nella zona degli oblo', lasciando una striscia in falchetta ad alluminio per evitare che l'accoppiamento alluminio e acciaio dei candelieri ammalorasse la vernice, come era successo prima.
in pozzetto lasciato tutto alluminio
Tolto la banda bianca di vernice dallo scafo, ora lasciamo tutto in alluminio con l'aggiunta di un paio di righe blue per rompere un po' la montonia del grigio, con l'aggiunta degli occhi della tradizione di Malta per guardare in avanti e avvertirci delle burrasche.
Taglio sull'hard top per vedere la randa e per l'eventuale spazio per una catena per issare il motore alla bisogna senza dover smontare l'hard top
Rimontaggio delle doghe delle panche