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sabato 27 maggio 2023
Da Portrush a Ballymastoker Bay (Repubblica d´Irlanda)
26 maggio 2023
55 12.3726 N 007 37.1532 W
By Angelo
Dopo 5 giorni di inferno dantesco nel micro marina di Portrush, per il movimento da risacca, anche se c' e' da dire che i due ragazzi del marina ci hanno assistito alla grande scarrozzandoci in macchina per il gasolio, per la bombola campingas, e per l´acquisto delle lifejacket.
Completate tutte le necessita' , finalmente il vento non e' piu' terribile e decidiamo di partire con direzione nord ovest.
Abbiamo in andana una barca inglese con a bordo tre gentlemen dell' associazione RCCPF, che sapendo che molleremo alle 15:00, alle 14:30 mollano per dirigersi all´interno del fiordo verso Londonderry.
Con noi partono anche Debora e Gary, una coppia scozzese su una barca a vela di circa 9 metri con la nostra stessa intenzione di navigazione.
Il mare forecast prevede 1.9 mt di swelling, il vento debole da NW, appena usciti dal porticciolo, l' onda e' enorme per via dei bassi fondali,bsiamo non poco preoccupati, poi piano piano con l´ approfondirsi dei fondali la situazione migliora.
La strategia e' di partire alle 15:00 per beccare verso le 16:00 la corrente che porta verso NW dopo aver attraversato il Lough Foyle e pernottare nella baia di Culdaff 55 17.9000 N 007 08.9373 W, circa a meta' strada perche' non ce la si fa' a passare il capo di Malin Head, la parte piu' a nord dell´Irlanda giustamente chiamata anche il "Capo Horn2" dell´Irlanda, o almeno anche se ce la si puo' fare ad attraversare il capo in one go, ci si troverebbe poi la corrente contro per entrare nel grande fiordo di Swilly.
Dico giustamente perche' e' un passaggio davvero complicato, dove lo swelling da NW e' sempre presente, il vento sempre forte e in due direzioni diverse, dipende da che parte del capo e correnti forti accelerate dal passaggio nel Inishtraull Sound, tra il capo e l' isola omonima.
Navigazione tranquilla con alternanze di vela e motore e con la corrente di marea a favore.
Alle 19:30 siamo in baia e ancorati davanti ad una mega spiaggiona, il fondo e' buono e sabbioso, per avere poco fondo dobbiamo andare a circa 200 metri da riva, che se da un lato e' scenicamente bello dall' altro non e' il massimo della sicurezza, considerando che la baia e protetta dai settori 3 e 4, ma completamente aperta agli altri settori, naturalmente la risacca e' potente e tende a spingerci a terra.
La bellezza di essere in baie vuote ci permette di dare 6 calumi di catena, una bellezza, per noi ormai quando ci sono due barche in baia compresa la nostra ci sembra gia' una situazione affollata, non riusciremmo piu´a navigare in Mediterraneo neanche sotto tortura.
Poco dopo arriva anche Josi, la barca dei due scozzesi. La notte passa rollando parecchio anche perche' il vento sparisce completamente e la risacca ce la ritroviamo al traverso, ma per quanto si possa rollare non e' mai peggio di Portrush.
Per passare Malin Head abbiamo due possibilita', o partire alle 05:00 e passare il capo nella seconda ora di marea che ci spinge, pero´ci da´ uno swelling ( risacca) abbastanza alto, circa 1.8 metri contro la corrente e vento moderato, la seconda possibilita' e' di partire verso le 13:00 fare le prime 3 ore controcorrente per arrivare al capo verso le 16:00 in slack di marea, pero' con il vento da NW piu' arzillo anche se con meno swelling.
Cosa sia peggio, se contro corrente e lo swelling o il vento contro, anche chiedendo in giro non ne siamo venuti a capo, noi ci siamo fatti l´idea che sia peggio vento contro la corrente e quindi optiamo per la opzione 1.
Partenza alle 05:00, vorremmo partire anche prima, ma la costa e' sempre piena di lobster pot (nasse per le aragoste) poco segnalate e quindi partenza con la luce anche se gia' alle 04:30 la luce impera.
Sveglia alle 04:00 e piano piano ci prepariamo alla partenza, non sappiamo le intenzioni di Josi, perche' ieri sera non siamo riusciti a comunicare.
Alle 05:00 issiamo ancora e via che si va' e occhi aperti per le nasse in giro. Qua' non usano le bandierine per segnalarle, ma solo due boette collegate da una cima tra di loro, sarebbe meglio che la boetta fosse solo una, collegata al cavo che si immerge, ma ne mettono due collegate tra di loro da una cima per facilitarne il recupero con il mezzo marinaio, ma quella cimetta ad andarci dentro e' terribile per l´elica, naturalemnte boette piccole e colori diversi, dall´azzurro ...sigg!! al verde, qualcuna rosa o arancione.
Poco dopo il sole sorge sull' orizzonte ed e' una bellezza, con tutta la palla visibile, il tempo non e' una bellezza, grigio e pioggerella, il vento aiuta ma ci si aiuta anche con il motore, la marea spinge e va' bene, almeno i conti tornano, non si sa' mai, sbagliare la marea sarebbe davvero complicato.
Man mano che ci avviciniamo al capo lo swelling aumenta scontrandosi sempre piu' con la marea nel restringimento del Sound, il meteo cambia e la nebbia scende con pioggerella, proprio il meteo dei passaggi complicati.
Al traverso dell´isola Inishtraull le onde diventano davvero grandi dai 3 ai 4 metri, visibilita' poca e in piu' sale anche il vento sul naso, un delirio di passaggio.
Passato il sound, le onde da grandi diventano confuse e incrociate, lavatrice a 1400 giri, si procede e piano piano giriamo intorno al famigerato capo. Man mano che poggiamo il vento ci da' buono e finalmente spegniamo motore e via che si va' con randa piena e genoa 150%.
Il tempo migliora e si schiarisce, fino ad arrivare fuori il sole, la navigazione ora e' magnifica, 22 nodi di apparente e si vola con la marea a favore che ci spinge dentro al fiordo di Swilly.
C´e' una prima baia all´entrata, ma ci sembra abbastanza esposta anche se e' molto grande e invitante, decidiamo di proseguire per altre 4 miglia dentro al fiordo per andare a vedere un paio di baiette vicino ad una torre.
Passiamo una salmonera e arriviamo alle due baiette contornate di scogli, la larghezza massima solo two cable, pari a circa 360 metri, all´interno oltretutto pieno di nasse, niente da fare ci sembra una mousetrap, torniamo indietro e andiamo ad ancorare davanti a Port Salon , anche se di porto non c'e' nulla, solo un muro che spacciano per pier, ma nessuno si puo' attraccare li' non c´e' fondo e non ha nessun riparo.
Ci ancoriamo a sud del pier davanti ad una bellissima spiaggiona, in 4 metri, giu' 40 metri di catena, di catena ne abbiamo, perche' non usarla, di sicuro non diamo fastidio a nessuno in rotazione, non c' é anima viva.
Verso le 20:00 vediamo arrivare Josi, ci sentiamo via VHF e ci raccontano che sono partiti tardi per via di uno sfilacciamento al genoa che hanno dovuto cucire spezzando ben tre aghi.
Ancorano, ma domani mattina ripartono verso il fondo del fiordo dove c´e' un marina dove hanno fatto arrivare via Amazon il portolano dell´Irlanda dell´ovest che non avevano.
Noi la mattina scendiamo a terra col dinghi a remi, ormai siamo in 3.5 mt di fondo e la spiaggia e' davvero vicina.
Riusciamo a mettere il cavo di sicurezza incuneato tra due rocce e ci facciamo a piedi la lunghissima spiaggia.
Si fa' mezzogiorno e abbiamo i crampi dalla fame, nel frattempo aumenta il vento con una piogerrellina insidiosa che dopo poco uno e' utto bagnato.
Andiamo al micro paese e chiediamo ad un bar se fanno anche da mangiare, loro no, pero' possiamo andare al Golf Club e li' anno un ristorante.
Andiamo al Golf Club, da premettere che il golf da queste parti come in Scozia, non e' cosi' elitario come in Italia, il golf e' un qualsiasi altro sport accessibile ai molti, ci sono anche campi comunali.
Al ristorante diciamo che non siamo golfer ma sailor, non c´e' nessun problema, siete i benvenuti!
Ci sediamo al primo piano davanti ad un finestrone da cui si puo' vedere il campo da golf, ma piu' interessante, si puo' vedere Stranizza all´ancora.
Mangiamo da dio, fish and chips freschissimi e croccantissimi, due pinte di Guinness e per finire la torta di mele fatta in casa con la crema pasticcera tiepida, una leccornia.
Ora di rientrare in barca, riprendiamo il dinghi, 4 remate e siamo di nuovo a bordo.
Ci sentiamo un po' piu' rilassati nella Repubblica d´Irlanda, il Nord Irlanda ha ancora diversi problemi di identita' da risolvere, tanti si sentono Irlandesi, altri inglesi, di fatto pochissimi navigano con la bandiera, e' un problema anche issare la bandiera di cortesia, ci hanno detto che l´Union Jack va bene dipende dalla citta' , alcune citta' sono nazionaliste altre loyalist, poi e' arrivata anche Brexit a complicare ulteriormente le cose, tant' e' che ad un certo punto abbiamo rimosso la bandiera di cortesia per non incorrere nelle persone sbagliate.
Guai a incominciare un discorso a riguardo, si sente che c' e' ancora una profonda crepa da sanare.
Appena passati il confine abbiamo issato la bandiera d'Irlanda e ne siamo stati molto contenti e molto piu' rilassati.
Sent by radio SSB
lunedì 22 maggio 2023
Da Port Ellen Kilnaught Bay (Scozia) a Portrush (Irlanda del Nord)
20 maggio 2023
55 12.2382 N 006 40.1007 W
L' attraversamento tra la Scozia e l'Irlanda del Nord sono solo 30 miglia, ma sono 30 miglia complicate .
Le complicazioni derivano pricipalmente dall' incrocio di correnti di marea, una arriva su dall' Irlanda dell' Est e continua la sua corsa verso nord ovest, un' altra taglia il canale da est verso ovest e viceversa, dove esattamente comincia una e finisce l' altra non c'e' modo di saperlo.
Nella nostra strategia avevamo contemplato di prendere il tempo di quella piu' centrale che cominciava a darci buono dalle 15:00, da considerare che non volevamo arrivare col buio in un nuovo porticciolo abbastanza problematico di se'.
Issiamo ancora alle 13:30 per poter anticipare, un po' a rischio di prendersi l'ultima ora di corrente contro, ma come sempre bisogna mediare e cercare di fare contenti tutti.
La previsione dava SE che con rotta vera 213 gradi ci avrebbe dovuto dare un apparente di bolina larga/traverso.
Usciamo dal ridosso e appena lasciata la controcorrente sotto costa, impattiamo la corrente contro, motore e randa ma si fa' fatica, incrociamo un sacco di gorghi, c'e' uno scontro immane di correnti, da considerare che siamo alle Sigizie.
Da queste parti c'e' anche uno dei pochissimi punti nel mondo dove l' alta marea si eguaglia alla bassa marea, ora non ricordo il complicato nome che lo definisce, ma in tutto il mondo ci saranno al massimo una dozzina di questi punti, quali siano le conseguenze negative in navigazione non ci e' dato di sapere, ma intorno a noi vediamo forze gigantesche all'opera e noi soli soletti a cercare di gestirle al meglio.
Il meteo cambia e da brutto va' a schifoso, una nebbiolina con pioggerella intercalata da scrosci, ma sempre con nebbia e visibilita' a 200 metri.
Prendiamo un po' di vento, le vele grondano di pioggia e pioggerella, il genoa ha ormai tutte rigature verdastre di muffa, ma non troviamo mai il tempo giusto per dargli una pulita, scherzando l'altro giorno dicevamo che ci sembriamo ormai the "Flyng Dutchman" che continua ininterrottamente a solcare gli oceani con le vele a brandelli.
Passiamo davanti e non dentro alla TSS tra Scozia e Irlanda, un primo cargo da est a ovest non ci impensierisce, un altro da ovest a est ci da' qualche problema di CPA.
Poi con maniera veloce da' 10 gradi a sinistra per imboccare la TSS e ci libera dalla CPA, lo vediamo passare a 200 metri sulla poppa tra la nebbia ed e' immenso, sara' comodo comodo 200 metri di lunghezza.
Piu' ci avviciniamo a terra e piu' si infittisce la nebbia e la pioggerella non molla mai, con l'approssimarsi del buio la faccenda peggiora.
In tutto sto movimento abbiamo sempre avuto l'onda lunga da ovest di 1.5 metri al traverso, con l'avvicinarsi a costa e al traverso di una linea di reef, l'onda aumenta facendoci rollare pesantemente, mi accorgo di aver tracciato la rotta troppo vicino ai reef, se il motore ci dovesse piantare, l'onda lunga ci spingerebbe inesorabilmente a scogli.
Decidiamo di ammainare randa per prepararci per tempo all'entrata nel porticciolo, non faccio tempo ad andare all'albero che vedo a 30 metri di prua la coppia bastarda di boette per la pesca di aragoste, siamo dritti per prenderle, urlo ad Antonella di dare tutta dritta e le evitiamo per un pelo, non riesco a pensare se le prendevamo nell'elica con i reef sottovento in 50 metri di fondo che bordello sarebbe stato a venirne fuori.
Giriamo la punta e ci troviamo ora il mare di poppa che spinge, tra l'imbrunire e la nebbia riusciamo finalmente a vedere il rosso e il verde di entrata nel porticciolo.
Avevamo telefonato prima di partire all' Harbour Master per chiedere informazioni, praticamente c'e' solo un pontile galleggiante di 50 metri in parallelo al molo, pontile gia' pieno da tre barche a vela, due in andana e un' altra dove andremo noi in andana., fine del micro porto.
Ci mettiamo in andana con un Westerly di un local, che gentilmente se pur ormai sono le 22:00 ci prende le cime con gentilezza.
Finalmente arrivati, appena 30 miglia, ma come al solito intense, si balla da matti, la risacca da nord ovest/ovest entra e siamo tutti strattonati a destra e a sinistra.
Questo porticciolo e' considerato un po' come porto rifugio delle barche che normalmente stazionano all'interno del fiume Bann dove ci sono ben 4 marina, fiume stretto rivolto a nord ovest, cosi' quando c' e' risacca o vento dai settori nord la barra di sabbia all'entrata del fiume facendo montare i frangenti crea un onda brutta e non si puo' ne' entrare ne' uscire, quindi le barche si rifugiano qua' in attesa che la situazione migliori.
La situazione viene monitorata attraverso una web camera puntata sulla foce e ci si puo' mettere in contatto con i vari Harbour Master dei vari marina per avere qualche suggerimento.
Il giorno dopo, domenica ...sciolgono i cani: due barche a vela se ne vanno con direzione Bangor e noi ci spostiamo quindi al pontile, perche' la barca con cui siamo in andana continua a monitorare la situazione del fiume perche' vorrebbe tornare al suo marina all'interno del fiume.
Nel frattempo arrivano due grossi motoscafi alla io sono grosso e ce l'ho duro e vi spacco a meta', si ormeggiano dietro di noi, ma li' non possono stare perche' e' il posto delle barche commerciali.
Noi ci facciamo i fatti nostri all'interno della barca, perche' piu' li evito sti motoscafari cafoni e meglio sto'.
Ad un certo punto sento che qualcuno armeggia con le nostre cime e sentiamo la barca muoversi, sti COGLIONI (sorry about my french) di motoscafari per farsi spazio ci stavano muovendo la barca senza dirci nulla. Sono schizzato fuori come una molla e ho cominciato ad insultarli e a dirgli che non si permettessero di toccare la barca senza il nostro permesso, se mi fate incazza' chiamo anche la polizia. Non si aspettavano certo una reazione cosi' animata da un visitor, ma guai a chi tocca Stranizza senza permesso.
Dopo poco arriva l'Harbour Master a chetare gli animi e con le dovute cautele posizioniamo la nostra barca piu' avanti nel pontile, poco dopo arrivera' un 42 piedi da charter, Sun qualcosa, che ha avuto problemi con il gasolio e si e' dovuto far trainare, alla domanda da quanto tempo non pulisce il serbatoio del gasolio, candidamente risponde, mai pulito in 13 anni, quasi se ne facesse un vanto, ma ve un po' che gente.
Ora la situazione e' ancora peggiore, noi siamo ormeggiati al pontile e abbiamo in andana sto 42 piedi che l'indomani avra' a bordo un paio di meccanici per svuotare e pulire il serbatoio.
La risacca e' terribile e la notte non riusciremo a dormire, la sosta in sto posto e' una sosta tecnica, ci serve una bombola di campingas, fare gasolio, e fare bucato prima di dirigerci verso la selvaggia Irlanda dell'Ovest.
A bordo del 42 sono rimasti solo lo skipper e un pagante, in attesa che rientrino a Bangor, la sera naturalmente se ne vanno al pub e rientrano verso l'una di notte cercando di passare sopra la nostra barca per andare nella loro. Lo skipper e' imbriago, ma ancora ha qualche sprazzo di lucidita', il pagante e' completamente strafraccido, tant' e' che nel passaggio tra le due barche cade in mezzo e finisce in acqua con grandi urli e madonne, shit di qua' fuck di la', e ci credo l'acqua sara' a 4 gradi.
Lo skipper imperterrito dalla prua della barca gli dice cosa deve fare per tornare sul pontile, ma quello in acqua e' completamente in un altro mondo, lo skipper non pensa neanche per un attimo di andare a dargli una mano o tirargli una cima, io me la godo da sotto l'hard top, se spera che gli vada a dare una mano io, puo' stare li' e diventare un pezzo di ghiaccio.
In qualche maniera riesce a raggiungere la scaletta per risalire sul pontile, non si regge in piedi, barcolla , neanche fosse ubbriaco ah ah. A me sembra una situazione surreale, riesce dopo vari tentativi a togliersi la maglietta di dosso e rimane a torso nudo, io sto congelando tutto vestito, poi con "N" tentativi riesce finalmente a risalire sulla nostra barca, dopo mezzora e non so' quanti tentativi finalmente risale sul 42, immagino che l'indomani all'interno del 42 abbiano usato la pulitrice a vapore per rimuovere il vomito che avra' depositato su tutto il mobilio.
L'alcool e' un problema mondiale, ma al nord e' davvero un problema enorme, provano di tutto per limitarlo, ma non c'e' verso e dilaga sempre di piu', questa e' una delle parti oscure dei popoli nordici.
Sembra che gira che ti rigira siamo riusciti a trovare una campingas in un paese all'interno del fiume. Qua' le campingas sono merce preziosa, domani prenderemo il trenino per andarla ad acquistare, naturalmente dovremo cammuffarla dentro una borsa.
Questa mattina siamo andati al Lidl a fare la spesona e poi a seguire, con l'aiuto di un passaggio in macchina dell'Harbour Master, abbiamo riempito due taniche di gasolio, Antonella ci ha dato sotto con il bucato, visto che sia lavatrice e asiugatrice sono gratis, noi saremmo quasi pronti, ma il meteo non collabora, dovremmo muoverci verso nord ovest ma i prossimi giorni venti e mare da nord ovest/ovest.
Il problema che anche il mare si intensifichera' e stare in sta trappola per topi non e' un' opzione, ma in giro non c'e' altro se non andare in profondita' nel fiordo per arrivare a Londonderry, ma sono 25 miglia ad andare e 25 ad uscire con correnti mica tanto belle. Forse abbiamo trovato un porticciolo di pescatori, Greencastle, sull'altra sponda del fiordo, almeno ci potremmo mettere piu' a ridosso. domani dopo che avremo la bombola in mano proveremo a contattare l'Harbour Master e sentire se ha un posticino magari in andana con un peschereccio.
Abbiamo gia' visto che l'Irlanda Est e del nord e' complicata e dura, ma quello che ci aspetta nella parte ovest lo sara' ancora di piu'.
Send by SSB radio
giovedì 18 maggio 2023
Da Druimyeon Bay a Kilnaughton Bay
16 maggio 2023
55 37.6148 N 006 12.9271 W
By Angelo
L' íntenzione era di attraversare il canale tra l'isola di Gigha e l´isola di Islay, la scelta era tra muoversi il 16 con forza 6 da NW o aspettare il 17 con niente vento e andare a motore.
La scelta e´naturalmente caduta sul forza 6.
Noi eravamo ancorati nella parte est dell´isola di Gigha per ripararci dal forte NW dei giorni scorsi, e valutando le varie strategie abbiamo visto che passando a sud dell´isola dovevamo tenere una rotta per 264 T, mentre passando a nord dell´isola la rotta era per 240 T.
Con il vento proveniente da 310 , non c´erano molte speranze andando da sud, qualche possibilita´ andando da nord a patto di stringere la bolina a ferro.
Bene, decisa la strategia di rotta, ora allo studio la corrente di marea, che comincera´ ad andare verso sud verso le 15:00 .
Alle 15 issiamo l´ancora e ci dirigiamo verso nord per doppiare l´isola e metterci per 240 gradi, ancora a ridosso dell´isola dobbiamo prendere una mano alla randa perche´ gia´ qui picchia, facciamo lo zig zag tra un paio di salmonere e ci presentiamo al passaggio tra il nord dell´isola e lo scoglio Au Dubh-sgeir, che crea un corridoio abbastanza stretto dove ci si aspetta vento sul naso e corrente contro.
Ci eravamo dimenticati che oltre vento e corrente contro avremmo avuto anche il mare contro, lo stretto passaggio intensifica e ingrandisce le onde. Cominciamo il passaggio, ma e´ dura, motore e randa contro vento, il passaggio non e´ molto lungo, ma non passa mai.
La velocita´crolla a 1.9 kts, ma teniamo duro, le onde sono feroci e la prua di Stranizza ancora compresa, vanno sotto spesso, troppo spesso, piantando ulteriormente la barca.
Piano piano passiamo e cominciamo a poggiare per metterci in rotta per 240 T.
Randa con una mano e genoa a fiocco, barca con falchetta in acqua, raffiche fino a 34 nodi, vento medio tra i 28 e trenta nodi, forza 6 dichiarata anche dai bollettini, Antonella riesce in tutto sto bordello a far filare la barca a 4 nodi, anche con qualche secchiata d`acqua.
Siamo tartassati dalle onde per via del fondo ancora basso e vicino a costa c`e`sempre una controcorrente che disturba sempre tutto.
Il sole splende, il mare e´ impressionante, ma bellissimo, procediamo, ma ci interroghiamo se si puo' fare o non si puo' fare, nella parte NW dell´isola c´e' la baia di Bagh Rubha Ruaidh (scusate i nomi terribili, ma il celtico non e´ una lingua facile) che alla bisogna ci darebbe un buon riparo.
Continuiamo per una decina di minuti, Antonella al timone, io a regolare vele e cercare di capire quanto scarrocciamo e se mai ce la faremo ad arrivare a destinazione, ci guardiamo in faccia per l´ultima decisione e siamo convinti entrambi, preoccupati..ma tranquilli, via che si va'.
Il vento e´gelido, ogni tanto cerco di strappare Antonella dal timone senza successo, quella non molla, io cerco di controllare tutto il controllabile, terra´ il rigging, terra´ il timone e via cosi´con una lista lunga e interminabile, al momento sembra che tutto regga, controllo a base d´albero e l´albero mi sembra a posto, la canaletta e' dritta e non c' é pompaggio anche se le onde picchiano.
Stringi e stringi perdiamo solo 0.36 di XTE rispetto alla rotta, nel frattempo siamo in fondali piu' profondi e il mare si e' dato un verso, in piu' comincia la corrente verso sud, che se proprio non e' a favore almeno ci aiuta un po'.
Alle 17 riesco a fare riposare un po' Antonella e prendo il timone per una mezzoretta, questo mi e' concesso, di piu' non molla neppure sotto tortura, ma a me va´bene, preferisco carteggiare o aggiustare le vele.Sento che la barca e' equilibratissima, il timone quasi neutro, praticamente starebbe in rotta da sola.
Continuiamo cosi', godendoci questa bellissima giornata di mare e di vela, fino ad arrivare sotto all' isola di Islay, poi andiamo in copertura e le ultime 4 miglia le facciamo a motore.
Entriamo nella bellissima ed enorme baia di Kilnaughton davanti ad enorme spiaggiona, andiamo in 5 metri di fondo, giu' 30 metri di catena, tanto non c' e' nessuno intorno e noi siamo piu' tranquilli .
Si sono fatte le 21:00, tempo di fissare il camino della stufa, farsi scramble eggs con bacon e salsicce con due Guinness e goderci questa serata dopo una grande veleggiata, stanchi ma felici.
L' indomani ripartiamo per andare ad investigare una baietta a detta di qualcuno con le foche dentro.
La cartografia e' praticamente inesistente e il posto e' un dedalo di rocce e roccette, abbiamo le indicazioni del portolano e delle carte Antares raster, ma quando arriviamo la' la realta' supera la fantasia.
Dobbiamo fare ben 2 allineamenti per poter entrare nel dedalo, il primo uno scoglietto allineato con la cima di una collinetta per 316 gradi e li´ci siamo, poi bisogna proseguire per ? e qui il portolano traccia una linea ma non ci da´ i gradi, interveniamo sul portolano tracciando la linea del nord e poi con un vecchio goniometro delle elementari ricaviamo i 33 gradi di direzione.
Dovremmo quindi proseguire per 33 gradi e siamo gia' attorniati da scogli e scoglietti per raggiungere l' allineamento tra un tripode e un segno bianco non bene specificato quale, arriviamo sull´allineamento e non vediamo una fava, non c´e´tripode e non c' e' nessun segno bianco a terra.
Decidiamo comunque di seguire le nostre rotte immaginarie e proseguire per 320 gradi come da allineamento teorico, a quel punto dovremmo trovare due boe non ufficiali e passarci dentro lasciandone una a sinistra e una a destra, boe non ne vediamo, ad un certo punto vediamo una micro boetta gialla e non sappiamo se lasciarcela a destra o a sinistra, nel frattempo siamo con tutta deriva alzata e il fondo sui 4 metri e gli scogli sembra che ci vogliano stringere tra una morsa.
Facciamo l´ultima svolta a sinistra che ci dovrebbe portare nell´ipotetica baietta, gli scogli sempre piu' vicini e il fondo che comincia a scende velocemente a 3 metri e scende ancora.
Proviamo a girarci a sinistra per uscire da sto cul de sac, ma la barca non ne vuole sapere per via della corrente, il fondo continua inesorabilmente a scendere, tutta marcia indietro, ma la barca e' ferma, non facciamo che contrastare la corrente.
In questa pseudo baia non ci si puo' ancorare, non ci sarebbe neppure spazio per ruotare.
Intensifichiamo la marcia indietro e finalmente, tra i miei sudori copiosi, la barca comincia ad arretrare e a guadagnare fondo, quando siamo sui 4 metri giro velocemente a dritta per far ruotare la barca ed uscire. Da questa parte e con l´abbrivio va' meglio e finalmente riusciamo ad uscire da sta galera, anche questa volta riusciamo a riportare a casa la barca, ma ce l´eravamo vista brutta.Tra le altre cose di foche neppure l´ombra.
Ci ridirigiamo verso la bella e sicura baia di Kilnaughton, il giorno dopo scendiamo a terra con il dinghy e andiamo all´ufficio dell´honesty marina, dove volendo con un paio di sterline si puo' fare la doccia o sedersi nella sala e avere i vari servizi gratis come wi-fi, libri da leggere o lo swap book anche senza essere ormeggiati ai pontili del mini marina, appena fuori dall´ufficio incontriamo un local che e' anche un velista e abita proprio vicino alla baia delle cosidette foche e ci conferma che neanche lui ne ha viste di foche e che in tempi recenti un catamarano che si era ficcato la dentro ha avuto un problema con l' ancora ed e' finito diretto a scogli.
Beh, questa l' abbiamo scampata, vediamo cosa ci riserva il futuro.
Post inviato via radio SSB
lunedì 15 maggio 2023
Da Port Ellen a Druimyeon Bay
12 Maggio 2023
55 41.4690 N 005 43.4479 W
By Angelo
6 chilometri di andata in taxi e 6 chilometri di ritorno a piedi per andare a visitare la distilleria di single malt di Ardbeg, e ne valeva davvero la pena.
La guida che ci faceva il tour attraverso storia e realta´della distilleria girava con uno zainetto con tre diverse bottiglie di single malt wiskey, ogni tanto si fermava e mesceva abbondantemente nei bicchieri che ci aveva regalato all´ínizio del tour.
Noi dopo il primo ci siamo fermati, alle 10.30 a stomaco vuoto mica tanto bello, ma gli altri 9 partecipanti al tour quasi tutti nordici, Olanda, Germania , Canada , ci davano dentro e non hanno perso neanche un refilling.
Il ritorno una bellissima passeggiata lungo la ciclabile/pedonale fatta apposta per fare le visite alle tre grandi distillerie, passando per diversi boschi in una giornata di sole con cielo limpido.
La mattina del 12 ci alziamo per tempo per partire a destinazione l´ísola di Gigha, guardiamo fuori e una nebbia che si taglia con la motosega, il vicino scozzese ci assicura che sono solo zone a chiazze e si alzera´a breve.
Va beh decidiamo di partire con prudenza, appena partiti ci rendiamo conto che il vicino ne sapeva meno di noi , altro che a chiazze cé´un muro che non si vede a 20 metri.
Piano piano ci dirigiamo verso la strettoia per uscire dalla baia e naturalmente via AIS vediamo il traghetto Finlangg che sta arrivando di gran carriera, ci dirigiamo verso la baia per dargli spazio per entrare.
Lui per sicurezza e per avvisare gli eventuali senza AIS attacca le trombe , ma non a impulsi le attacca e le lascia attaccate, dopo un po´ci tremano le budelle dalle vibrazioni.
Passa a circa 50 metri , ma non riusciamo a vederlo dalla nebbia.
Decidiamo comunque di andare , piano piano con AIS e il nostro radar dell´eta´del Giurassico accesi , usciamo in mare aperto, per fortuna dopo una mezzoretta il sole la vince e la nebbia piano piano si dirada.
Arriviamo nella parte est dell´isola di Gigha, c´e´una prima baia piu´frequentata con un treno di gavitelli a pagamento 15 sterline a notte, con ristorante a terra ecc.. Non fa´per noi.
Affollata , quasi tutti i gavitelli occupati, la sfiliamo e ci dirigiamo ad una baia di un paio di miglia piu´ a nord , deserta e bellissima e senza gavitelli, e´ proprio vero che la gente va´dove c´e´ la gente.
Si entra attraverso un reef, ma poi tutto libero, ci ancoriamo in 5 metri , l´ancora prende subito, o c´e´una roccia o un buon fondo sabbioso, scopriremo la mattina con una zollaccia di sabbione sull´ancora che era un buon fondo.
Qua´mettiamo sempre il grippiale, perche´in diverse baie, troppe, ci sono insediamenti di salmonere, e quando le spostano tolgono il materiale superficiale , ma sotto rimane non si sa´bene cosa, quindi meglio con il grippiale, come boetta usiamo il bidone vuoto del detersivo cosi´che puo´sembrare una nassa e nessuno gli viene voglia di prenderlo a mo´di gavitello.
Il 13 decidiamo di andarci a ficcare dentro al fiordo di West Tarbet, naturalmente lo abbiamo studiato attentamente e il fatto che l´ultima parte non e´cartografato ci indica che di sicuro non troveremo affollamento.
Il portolano dichiara che in questa stagione e´raro trovare nebbia, per la seconda mattina consecutiva fuori un nebbione dei giorni antichi della Pianura Padana, accendiamo tutto l´ambaramba´elettronico e piano piano ci dirigiamo verso l´entrata del fiordo.
Circa 6 miglia per arrivare all´entrata e poi 8 per arrivare al fondo, arriviamo all´ingresso ancora con la nebbia pesante e vediamo in uscita ancora il traghetto Finlangg, che palle sto traghetto, sembra che sia onnipresente, decidiamo di dargli acqua e ci spostiamo dall´uscita per farlo passare, al solito attacca le trombe alla non c' é domani, penso che il comandante si sogna questi momenti per traumatizzare i vari velisti intorno.
Esce e noi ci infiliamo, dopo una mezzoretta il fiordo si illumina dal sole e la visibilita´ torna normale.
E´un fiordo stretto e tortuoso, Antonella sta´di guardia fuori, io sotto con PC con OpenCpn da una parte, tablet Navionics dall´altra e radar acceso con anche il fondo, guido la barca via comando wireless, senza vedere assolutamente cosa succeda fuori, Antonella e´ i miei occhi nella realta´.
Passiamo l´attracco del traghetto, e di li´ in poi la faccenda si fa´dura, non ci sono piu´mede laterali ad indicare il percorso tra bassi fondali e scogli, siamo in bassa marea cosi´se ci areniamo basta aspettare, e in piu ´i vari scoglietti appaiono.
Dall´attracco del traghetto alla fine del fiordo ci sono ancora 3 miglia nell´ignoto, proprio in fondo ci dovrebbe essere un molo per i pescatori che naturalmente non hanno bisogno di mede laterali per trovare la via di casa.
Poti poti procediamo a biscia, arriviamo al piccolo molo con due pescherecci attraccati, passiamo il molo e decidiamo che piu´ in la´di li´non si puo´ andare, caliamo l´ancora in 3 metri scarsi di fondo e alla ruota riusciamo a girare stretti con il molo e non sbatterci contro, in giro nessuno, un posto davvero semiabbandonato.
La giornata si e´ fatta bellissima, mettiamo giu´il dinghy a remi, siamo nenache a 50 metri dalla riva, troviamo uno spiazzetto dove approdare, ci arrampichiamo sul molo e gambe in spalla in un miglio e mezzo siamo in paese a Tarbert.
Tarbert che e´il paese nel fiordo opposto cioe´East Loch Tarbert, dove cé´il porticciolo e un marina, ma noi preferiamo starcene all´ancora per i fatti nostri.
Giretto, troviamo l´unico pub del paese, una bella pinta di lager seduti sulla panchina di fronte al porto, che piacere.
Pensavamo di rimanere li´all´ancora per un paio di giorni per far passare il brutto NW in arrivo, ma ci rendiamo conto che con il NW ruoteremmo e ci troveremmo a 30 metri dalla riva, siamo quasi sicuri che il fondo sia fangoso e ultra sicuro, ma trovarsi a 30 metri dalla riva con raffiche a 30 e passa nodi non e' proprio una bella idea.
Il 14 decidiamo di muoverci e tornare sull´isola di Gigha, rifacciamo il Loch in senso inverso tra groppi con pioggia, poca visibilita´e dare ancora la precedenza al traghetto Finlangg , questa volta niente wireless , ma Antonella al timone sotto scrosci di pioggia e vento freddo: e´ la mia eroina, non molla mai al timone.
Arriviamo ad est dell´isola di Gigha, pensavamo di riancorarci a Druimyeon, poi visto che il vento non era terribile, una ventina di nodi, decidiamo di proseguire a vela verso l´isola di Islay.
Passiamo l´isola di Cara e entriamo nell´aperto perdendo il ridosso, proseguiamo con randa piena e genoa 150% per poter stringere di bolina dura, ma vediamo l´apparente salire e siamo costretti a ridurre il genoa a fiocco, ma avvolgendo la vela diventa meno performante e perdiamo la rotta per Port Ellen, continuiamo a tenere randa piena per non perdere potenza sulle onde, ma dovremmo ridurre anche lei.
Niente male, faremo qualche bordo, ma il meteo non e´della nostra stessa idea e continua a rinforzare fino a forza 6 e il mare ci va´dietro, non ce n'e´, fare altre 14 miglia in queste condizioni con in piu´la marea che non ci aiuta molto provenendo dal lato di dritta.
Giriamo la barca e torniamo in protezione nella parte est dell´isola di Gigha, e riandiamo a prendere l´ ancoraggio nella solitaria baia di Druimyeon, mentre nella baia prima "della gente va´dove va´ la gente e´ormai piena ballonata perche´si sono riparati tutti li´.
La "nostra" baia, deserta con oltretutto una miglior protezione dal vento di NW, misteri dell´umanita' o forse la paura di essere soli e soletti all´ancora? Per fortuna che c´e´questa paura atavica di molti velisti, cosi´noi ci possiamo godere le baiette vuote solo per noi.
venerdì 12 maggio 2023
Da Bangor a Port Ellen (Scozia)
10 maggio 2023-05-11
55 36.9412 N 006 12.2884 W
By Angelo
La sosta a Bangor e' stata a dir poco intensa.
Il motivo per cui avevamo deciso di fermarci al marina di Bangor era principalmente per recuperare e riorganizzare un po' di cose.
Nell'ordine, comprare una bomboletta CO2 da 60 gr dal chandlery per sostituire quella usata nella mia life jacket che si apri' per sbaglio a Carlingford, ripristinare la bombola gas Campingaz, acquistare un portolano della Scozia del sud , fare una spesona e riempire due taniche di gasolio.
Arriviamo la domenica , facendoci i conti che lunedì potremmo fare tutta la montagna di cose da fare, ma ci si dimentica che gli inglesi pur con tutte le loro qualita' hanno anche loro i lati oscuri, uno di questi e' la monarchia.
Sabato in gran pompa magna l'incoronazione di Carlo, e va beh , contenti loro, ma il problema che pur essendo l'avvenimento accaduto il sabato decidono di dare il contentino al popolino e dichiarano il lunedì festa di modo di fare tre giorni di festa con ponte, e noi rimaniamo fregati.
Riusciamo comunque il lunedì festivo a fare gasolio nel marina e a fare la spesona, ci informiamo sulla bombola del gas e ci appare Mission Impossibile.
Il marina normalmente le vende, ma al momento ne hanno ben 28 vuote e neppure una piena, i rifornimenti vanno a rilento dopo il Brexit, il chandlery non le vende , andiamo a vedere alla petrol station che normalmente vende gas, ma nulla, ci dicono di una ferramenta che stranamente e' aperta (forse l'unico non monarchico in UK) ma anche loro non hanno quel tipo di bombole.
Il martedi' partiamo all'attacco, cerco i vari rivenditori Campingaz nei dintorni e trovo uno che vende caravans e accessori, il nostro vicino di barca, un istruttore RYA, con un paio di telefonate ce ne trova a Donaghadee in una ferramenta circa a 30 km di distanza, lui insiste che ci vuole prestare la sua macchina , ma rifiutiamo , prenderemo un taxi.
Nel frattempo contatto al telefono il rivenditore di caravans e dice che le ha a magazzino, questo e' nella zona industriale di Bangor quindi meglio.
Alle 09:00 siamo davanti a Todd navigation , grande rivenditore di carte e portolani, in 5 minuti troviamo il portolano giusto.
Poi andiamo dal chandlery per la CO2, avevamo gia' messo in conto che non avesse la 60 gr, normalmente viene usata la 30 gr, e quindi alla brutta di acquistare una nuova lifejacket. Ci stupisce e ha le 60 gr, ne compriamo 2 in caso ci si prenda ancora con il dispositivo di gonfiamento da qualche parte.
Rimane la rogna del gas, oltretutto decidiamo di acquistare un'altra bombola campingaz perche' siamo rimasti solo con una bombola "Cube" francese piena a tre quarti e vista la difficolta' di trovare campingaz che almeno abbiamo il back up.
Usciamo dal marina con la nostra bombolina in mano per andare a telefonare ad un taxi per andare nella zona industriale dal venditore dei caravan per cambiare la bombola, passando il marinaio del marina ci chiede se abbiamo bisogno di gas, dico si ma voi l'avete terminato, ma dice che prorio questa mattina vengono a sostituire le bombole vuote, se volete in un ora possiamo fare venire il camion a consegnarle, benissimo dico, ancora meglio risparmiamo i soldi del taxi, ha idea di quanto costi riempirne una e acquistarne una nuova ?
Fa ' una telefonata e torna con il verdetto, 50 pound per sostituire e 94 pound per la nuova, miiii...una rapina in pieno stile, diciamo va bene per il momento falle portare. Poi chiamo quello del caravans e gli chiedo i prezzi per compararli, 60 pound per ricaricarla e 120 pound per la nuova , questi hanno fatto il cartello e ci derubano con eleganza.
Purtroppo non abbiamo scelta, torniamo quindi con le bombole del marina , 162 euro in totale, in Spagna avremmo pagato 60 euro il tutto, ma si sa' paese che vai ...ecc
Dopo aver firmato un pacco di carte per il mutuo in banca per l'acquisto delle bombole, rimane ancora tempo per pagare il marina e alle 15:00 prendere la marea e partire.
Facciamo acqua e alle 14:00 molliamo gli ormeggi, la marea ci assiste mentre il vento langue, anche se partiti un po' tardino per i nostri standard pensiamo di fare una trentina di miglia, arrivare all'ancoraggio prima di buio e l'indomani mattina partire di buon ora per prendere la marea che ci porti verso nord.
Alle 20;30 arriviamo all'ancoraggio di Cushendun Bay 55 07.7804 N 006 02.1489 W . Protetto dai venti da sud ma completamente aperto da tutte le altre parti, non ci si aspetta un gran vento durante la notte, ma si sa' in baie aperte la risacca notturna la fa' da padrone.
Tempo di mangiare qualcosa, scaldarci un po' le ossa con la Reflex e' ora di andarsi a letto, la sveglia suonera' alle 04:00 per poter partire alle 5.
Alle 05:00 via che si va' , traversata del Irish Canal con la marea potente, anche se gia' le 5 , la marea cominciava verso le 2, ma chi aveva voglia di alzarsi alle 2, gia' ci sembra dura alle 4.
Al traverso dell'isola di Rathlin ci aspettiamo dei overfall , non ho idea di come tradurlo in italiano, ad un certo punto vediamo delle grosse onde provenire dal nulla, fanno impressione e l'avvertimento che per piccole barche potrebbero essere molto pericolose.
Non capivo come si formassero sti fenomeni, ma quando abbiamo impattato le onde che frangevano nel nulla ad un certo punto mi era venuta anche la preoccupazione che ci fossero degli scogli affioranti non segnalati , tenevo quindi d'occhio l'eco ed ad un certo punto ho visto la profondita' crollare repentinamente , da 40 metri diretta a 100 e passa, ecco spiegato il fenomeno, in particolare con corrente di marea sostenuta , non riesco ad immaginare che inferno deve essere con vento contrario.
Il vento langue ma la marea ci da' dentro, con 1400 giri al motore filiamo a 8.2 nodi, una bellezza.
Dobbiamo attraversare una TSS che separa l'Irlanda dalla Scozia, non e' trafficata per nulla, la tagliamo quindi in diagonale senza grossi problemi.
La corrente ci aiuta , ma dobbiamo arrivare prima delle 10 quando girera' e ce la troveremo sul naso.
Arriviamo alle 09:30 senza problemi, dietro di noi c'era una barca francese di 12 metri a circa 4 miglia di distanza, quel ritardo gli costera' tre ore di ritardo perche' si becchera' la corrente contro.
Pioviggina , ma qua' in una giornata ci sono 4/5 stagioni, abbiamo l'opzione di andare ai pontili di un mini marina Port Ellen nell'isola di Islay o andare all'ancora.
Decidiamo per il mini marina per curiosiita' a detta del portolano "marina self service".
Una volta ormeggiagti al finger andiamo dall'Harbour Master.
Funziona cosi' , il prezzo e' popolare, 25 sterline per notte con acqua , luce , docce e wifi in ufficio, non esiste un vero ufficio, quando uno va' via c'e' una comoda buchetta per le lettere in ufficio con delle buste , uno mette l'importo in contanti nella busta, gli scrive su il nome della barca e via cosi', tutto sulla fiducia , e sembra funzionare egregiamente, l'Harbour Master e' un volontario e non stipendiato, tutto semplice e efficiente, naturalmente bisogna essere onesti, ma se il sistema e' in atto da anni vuol dire che l'onesta' impera.
Ci siamo fermati al pontile anche per essere comodi per andare a fare una visita alla distilleria di single malt Ardbeg, a dir la verita' ce ne sono tre in fila famose, tutte lungo la costa, Lagavulin e Laphroaig, queste le famose, ma apparentemente l'isola brulica di distillerie.
Quel poco che abbiamo visto della Scozia ci affascina , e' veramente bella, se poi il sole fa' capolino diventa davvero una visione da favola.
Inviato via radio SSB
lunedì 8 maggio 2023
Da Strangford a Bangor
6 maggio 2023
Da Strangford all'ancoraggio di Ballyhalbert
54 29.8163 N 005 26.9226 W
By Angelo
Foto Antonella
Strangford Lough ci è rimasto nel cuore, sia per i posti magnifici sia per i velisti residenti incontrati.
Eravamo arrivati al piccolo pontile di Strangford il martedí provenienti dal fiume Quoile, l'idea era di rimanere tre notti e ripartire il venerdí con il vento da sud in direzione nord.
Il venerdi peró il vento ha cambiato idea e ha rinforzato a 28/30 nodi da sud e il mare è salito a 1.5 mt, condizioni quasi impossibili per uscire dal Lough, una delle peggiori cose che può succedere ad un velista è trovare vento contrario alla marea, in particolar modo alle spring.
Così siamo rimasti un giorno in piú con l'idea di partire il sabato, nel frattempo un gruppetto di velisti di Strangford che durante l'inverno avevano alato le loro barche nei loro giardini hanno messo le barche in acqua- eh si, non ci sono yard dove alare le barche in Strangford, ma ognuno ala la propria barca, rimuove l'albero, la carica su un carrello personale fatto con ruote di camion e trainandola con un trattore, la parcheggia nel giardino di casa propria, poi durante l'inverno fa tutti i lavori del caso e in primavera si mettono d'accordo 4/5 velisti per l'affitto di una gru per risparmiare e varano le loro barchine di fianco ad un muro, riarmano l'albero e poi ormeggiano per la notte al mini pontile dove eravamo noi, per terminare la messa in opera della barca.-
Il piccolo pontile ospitante solo noi, di colpo si è riempito di altre 5 barche varate e in piú altre due con due famigliole provenienti dal nord del Lough.
Si fa subito amicizia, in piú sono tutti ammaliati da Stranizza che non brilla certo di bellezza estetica essendo tutta la coperta sfogliata e piena di ammennicoli da carrozzone da zingari, ma è proprio questo che affascina la gente, sente che sotto c' è un grande cuore di grande viaggiatrice e cosí tutti chiedono informazioni, mentre vediamo che sognano posti dove siamo stati e dove probabilmente non pensano minimamente di andare.
Noi raccontiamo di noi e loro, in particolare Peter, proprietario di un 34 piedi old style in legno che è davvero una gran bellezza, e Derrick con il suo 34 piedi che ha fatto non so quanti giri dell'Irlanda e della Scozia, ci insegnano i trucchi per gestire marea e vento in questi posti.
Facciamo amicizia anche con i due barchini con le famiglie e bimbi piccoli. Qua mi sembra che la vela sia davvero una cosa seria e ritroviamo quello spirito di aggregazione tra velisti che è ormai difficile da trovare.
Sabato mattina facciamo le ultime cose e ci prepariamo per la partenza dal Lough verso nord, decidiamo di partire con l'alta marea e quindi con la ebb o riflusso o come altro si chiama in italiano.
E' una decisione che potrebbe essere problematica se ci fosse vento forte, ma oggi abbiamo vento debole da sud, problematica perché nel caso all'uscita il forte vento crei troppi overfall sarebbe quasi impossibile tornare indietro visto che siamo alle sigizie e la corrente spinge a 8 nodi.
L'alta marea la fa alle 13:00, Derrick ci consiglia di partire un' ora prima e pur andando controcorrente cercare di guadagnare vicino a costa con la controccorrente che si crea, Peter addirittuara consiglia di partire due ore prima, che a noi ci sembra troppo, dover combattere la corrente per due ore non ce la sentiamo proprio.
Dopo partiti da qui, dovremmo prendere il Donaghadee Sound, altra strettoia che bisogna prendere assolutamente con corrente a favore, ci consigliano quindi una volta usciti dal Lough fregarsene delle varie mede cardinali e stare piú sottocosta possibile per guadagnare tempo per arrivare in tempo al Sound.
Partiamo un' ora prima dell'alta marea, grandi saluti e abbracci ai velisti del pontile, sentiamo che stiamo lasciando un altro piccolo pezzettino di cuore con queste persone.
Partenza dal pontile no problem, ma appena in mezzo al canale, ci prende la corrente e anche a tutto motore e con la prua diretta verso l'uscita, ci accorgiamo dal cartografico che di fatto stiamo andando indietro, attimi di panico, poi piano piano ci dirigiamo verso il lato sinistro del Lough sottocosta e lí attenuandosi la corrente, riusciamo a procedere a 1.9 nodi...almeno procediamo e non indietreggiamo.
Seguiamo il profilo della costa, finché passata un oretta la marea gira e cominciamo a filare fuori. Una altra problematica di questo tipo di fiordi è che la corrente esce in velocitá dal fiordo e si scontra con la corrente che fila giá da due ore verso nord e se per caso c'è anche vento contrario la situazione diventerebbe davvero pericolosa.
Per fortuna c'è pochissimo vento e procediamo spediti, navigando come suggerito dai locals dalla parte sbagliata delle mede cardinali stando attenti ad evitare i vari ostacoli.
Se calcoliamo che non ce la facciamo ad arrivare al Sound per le 17:30 bisogna che ci fermiamo assolutamente da qualche parte ad aspettare l'indomani con la marea giusta.
Abbiamo giá individuato sulla carta un dentino sulla costa, Ballyhalbert Bay, che ci dovrebbe dare riparo dai venti da sud, ma solo quello perché è aperto da tutti gli altri lati e praticamente è in mare aperto.
Al traverso della baia sono le 16;30 servono ancora due ore per arrivare al sound, ma tra un' ora la marea gira, niente da fare e decidiamo per l'ancoraggio.
E' in arrivo un piccolo fronte ma dovrebbe intensificarsi verso domenica sera, quindi per la notte tra sabato e domenica all'ancora dovremmo essere tranquilli.
Ancoriamo in 5 metri scarsi quasi in bassa marea, che diventeranno quasi 9 in alta marea, mettiamo il grippiale e come boa il bidone vuoto del detersivo e giú 45 metri di catena, tiro e siamo fermi.
C'è un buon ridosso e neanche troppa risacca, la giornata si è fatta gloriosa con bel sole, apriamo il tavolino in pozzetto e con olive patatine birra e peperoncini piccanti festeggiamo un altra bellissima giornata vissuta in allegria.
Fuori il camino e via con la Reflex, come al solito in due minuti la barca è già calda e di un caldo buono e non il caldo da mal di testa da stufina elettrica.
La notte si cheta tutto e non sembra neppure di essere all'ancora, una delizia.
07 maggio 2023
da Ballyhalbert a Bangor
54 40.2103 N 005 40.3672 W
La mattina ci alziamo e c'è una nebbia da tagliare con il coltello. Dalla dinette facciamo fatica a vedere la ruota del timone, la previsione dá vento da sud in aumento dalle 10, la nostra marea buona comincia alle 13:00, quindi aspettiamo sperando che la nebbia si diradi almeno un po'.
Ci facciamo due conti e consideriamo che siamo in una baia fuori dal flusso di marea, quindi ci prepariamo a partire un'ora prima dell' alta marea per guadagnare un po' di acqua, la nebbia tra il vento che è salito un po' e il solino che cerca disperatamente un varco, si è leggermente alzata, diciamo che abbiamo 100/200 metri di visibilità, mica tanto.
E' domenica, ieri hanno incoronato il re, e qua sembra una cosa seria, quindi probabilmente stanno smaltendo ancora i residui dei vari party, in giro nessuno, anche l'AIS dice NIL.
Procediamo con randa piena e fiocco con vento da gran lasco a 13/14 nodi, prendiamo la controcorrente e si fila comodamente a 4/5 nodi senza affanno.
Quando arriviamo nell' Irish Channel la marea ha girato verso nord e cominciamo a filare, dapprima a farfalla, poi con solo randa e cominciamo a filare a 6/7 nodi.
Passiamo la strettoia tra Copeland Island e il Sound, attraverso le 4 mede laterali con AIS che ne delimitano il passaggio, un passaggio glorioso, la nebbia finalemente si è dissolta, il sole ha vinto e la giornata è bellissima, il vento ha rinforzato un po' e voliamo tra le mede a più di 7 nodi.
Un altro paio di WP e siamo in dirittura di Bangor, chiamiamo via radio ci assegnano il finger Foxtrot 7, ci infiliamo e in un attimo siamo ormeggiati, fatto l'ingresso alla reception e du fili fumanti in tavola, una giornata meravigliosa, ciliegina sulla torta, Antonella controlla la posta e troviamo un email di uno di Strangford che passando dalla strada mentre eravamo all'ancora, ha lanciato il drone e ci ha fatto un piccolo video e ce lo ha inviato.
Un pensiero davvero delizioso, è il primo e unico video dal drone che abbiamo di Stranizza.
Purtroppo oggi è domenica e domani, sempre in onore del re hanno deciso che è festa, noi abbiamo bisogno di un sacco di cose, ma ci tocca aspettare martedí, intanto qualche piccola riparazione, il bucato perché chissá quando ritroveremo una lavanderia, una spesona, acquisto di un portolano, acquisto di una life jacket perché mi è partita la mia a Carlingford ed è difficilissimo trovare in giro le bombolette di Co2 da 60 gr, e alla ricerca di una bombola camping-gas, che dopo il Brexit hanno smesso di importare, se non la troviamo, anche se abbiamo ancora una “Cube” francese da 6 kg, dovremmo comunque comprare una bombola inglese con annesso regolatore, insomma un bel po' in programma, peró siamo davvero contenti di come stanno procedendo le cose, facciamo miglia, incontriamo della gran bella gente e studiamo, studiamo e studiamo, libri, portolani e carte, ma anche questo è la bellezza del viaggio, prima si sogna e poi si cerca di realizzare il sogno.
Strangford
passeggiata intorno a Strangford
vista su Audley bay |
Audley bay |
Strangford e il castello |
La barca old style di Peter |
Verso Ballyhalbert
si festeggia l'ancoraggio |
da Ballyhalbert a Bangor
vento e nebbia |
vela e corrente |
Dunaghadee, vicini al Sound, il faro e regata di dinghy |
la boa nel Sound inclinata dalla corrente e l'isola Copeland sullo sfondo |
dentro al fiordo di Belfast |
Bangor in vista |
mercoledì 3 maggio 2023
Da Carlingford al mare interno di Strangford
By Angelo
Foto by Antonella
Da Carlingford a Audley Roads (Strangford)
30 aprile 2023
54 22.8028 N 005 33.9662 W
Tratta di 40 miglia circa, ma con qualche problematica da risolvere calcolando la stream in uscita dal primo fiordo e infilare la seconda stream nel secondo fiordo, molto piú complicato del primo, è un po' laborioso.
Il fiordo di Carlingford ha un entrata abbastanza larga per poi proseguire per diverse miglia e incunearsi tra le montagne abbastanza alte, Questo fiordo è il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord. Il fiordo di Strangford, chiamato anche mare interno per la sua vastità ha un' entrata lunga e stretta, dove la corrente corre a 8 nodi alle sigizie, per poi allargarsi e ramificarsi e la corrente diventa ancora piú complicata da capire.
Decidiamo di partire alle 09:00 di domenica 30 aprile, il meteo prevede un interessante vento da sud che piano piano rinforzerà fino a 28 nodi in prossimità dell'arrivo.
Appena alzati e guardato fuori dobbiamo lottare con la voglia di tornarcene a letto: fuori nebbia o nuvole basse con pioggerella fine, non si scorge neppure l'altra riva del fiordo.
Passato il primo momento di leggero sconforto, in full gear con cerate e stivaloni antifreddo, aiutandoci con il solito doppino per allontanarci dal finger, riusciamo ad infilare la strettissima uscita tra i due muri del marina e siamo nel fiordo.
Alle 09:00 siamo in alta marea e ci aiuterà nell'uscita. Ci siamo informati e fuori dal fiordo, nel canale, la corrente contraria vicino a costa dovrebbe essere irrisoria anche se contraria, poi a circa un terzo del percorso verso nord, cambierà e diventerà a favore, ma sempre blanda.
Poti poti poti e usciamo dal fiordo, il meteo comincia ad aggiustarsi e comincia a schiarire e a vedersi degli sprazzi di cielo azzurro, passata l'ultima coppia di boe laterali e l'ultima meda cardinale sud, apriamo randa e genoa e ci dirigiamo verso nord, il vento ancora debole entra da gran lasco.
Piano piano il meteo migliora sensibilmente tanto da regalarci un bel solino che fa un gran piacere sentirselo sul viso e il vento continua a crescere, finché ci permette di andare solo a vela.
Di lí in poi una meraviglia, filando a circa 6 nodi al gran lasco con sole e cielo azzurro.
Passiamo la Dundrum Bay in un baleno, dietro, a 5 miglia, abbiamo un 45 piedi a vela, ma oggi non ce n'è per nessuno, Stranizza è nel suo mondo speciale delle portanti e vola.
A circa 4 miglia dall'entrata del mare interno a Strangford, il meteo cambia velocemente e vediamo in arrivo dei gran nuvoloni neri, il vento apparente è ora sui 24/25 nodi piú la velocità direi che siamo sui 28/30 di reale, le previsioni sembrano corrette. Dovremmo prendere una mano alla randa e ridurre genoa, ma le nuvole sembrano proprio quelle di un brutto groppo. Decidiamo per l'ammaina di randa, il mare è tranquillo, quindi Antonella stringe il vento tanto da sventare la randa, in un attimo la randa è giú e siamo di nuovo in rotta.
Vediamo sull'AIS la barca dietro che fanno la stessa manovra per motivi diversi, loro vogliono entrare al Marina di Ardglass, noi nel fiordo, ma guardando la traccia sull'AIS fanno un casino che la metà basta. Cosa abbiano combinato non c'è modo di saperlo, ma se confronto la nostra traccia che ha giusto un dentino prima di rientare in rotta, mentre con la loro hanno fatto un gran giro con giravolte e contorsioni. Ad un certo punto mi sono chiesto anche se non avessero perso un uomo a mare, ma poi ho pensato che essendo domenica forse era solo il velista domenicale in azione.
Arriviamo davanti all'ingresso del fiordo in condizioni ideali, marea in entrata e vento a favore della marea, non abbiamo nessun problema, a parte che anche se abbiamo marea a favore ci sono comunque dei gran gorghi e la barca viene sballonzolata a destra e a sinistra.
Passiamo i bellissimi paesini di Strangford e Portaferry per andare nella baia di Audley Roads. Ci avviciniamo piano piano perché pieno di gavitelli tutti vuoti di questa stagione, proprio in quel momento si aprono le cataratte del cielo e viene giú il finimondo di acqua, con il vento che rinforza fortunamente da prua.
La visibilitá cala drasticamente, mentre l'acqua scende copiosa dalle cerate, poi tuoni e fulmini, un bel temporalone coi fiocchi nel momento meno opportuno.
Decidiamo di prendere un gavitello e vedere com'é la situazione, tiriamo su il galleggiante e sotto c'è un cimino ridicolo.Niente da fare, ce ne andiamo all'ancora.
Non abbiamo molte informazioni sull'ancoraggio in quella baia, se non una nota di un velista su Navionics, - aggiungo- chiamarlo velista è un po' esagerato, insomma con sta barca da 12 metri e udite udite un' ancora Bruce, hanno provato millanta volte e l'ancora non prendeva mai, e te credo con una Bruce mi sarei meravigliato del contrario.
Comunque non diamo neanche un briciolo di importanza alle note e andiamo giú di ancora tra due gavitelli sperando di non beccare il corpo morto. Il fondo è 10 metri che salirà ad 11 con l'alta marea, giú 30 metri e prova di tiro, la grande Rocna non delude, va subito in presa, finita la prova giú altri venti metri e con 5 volte il calumo siamo tranquilli per la notte. Siamo anche abbastanza dentro rispetto al canale e non avvertiamo quindi la corrente.
Finito l'ancoraggio naturalmente finisce anche il temporale, stendiamo le cerate sotto l'hard top, inseriamo il camino della Reflex e in due minuti abbiamo la barca calda, è ora di due uove scramble con pancetta e un paio di birre per festeggiare una grandissima giornata di vela e contenti di averci azzeccato con le correnti di marea, qua non si scherza, i portolani non si stancano mai di ripetere le istruzioni per infilare questo fiordo difficile da entrare, ma una volta dentro davvero un paradiso, tutto intorno è una enorme riserva naturale, campi tutti ordinati e pieni di mucche e pecore libere, uccelli di tutti i tipi e dimensioni, veramente un paradiso.
1 maggio 2023
Da Audley Roads allo sbarramento del fiume Quoile
54 22.2530 N 005 40.7453 W
Notte all'ancora super tranquilla, decidiamo di fare colazione e alle 09:00 prendere la marea entrante che ci porterà allo sbarramento del Fiume Quoile, dove a circa 4 miglia c'è un bellissimo ancoraggio con un club nautico e null'altro.
Si và seguendo i vari allineamenti, occhi super aperti per le nasse (maledetti pescatori), anche perché alle volte non si fanno neppure bene I conti della marea e le cime con i minuscoli galleggianti risultano corte immergendo il piccolo galleggiante e impedendone la vista.
Arriviamo all'ancoraggio, bellissimo, ci sono come al solito un sacco di gavitelli per tre quarti vuoti, questa volta ne individuiamo uno tosto con già su una bella cima rinforzata e un piccolo cimino con boetta per pescarlo con il mezzo marinaio.
Beccato al primo colpo. Una cima che ci si puó ormeggiare la Vespucci, il club a poca distanza.
Il portolano riporta che quelli del club sono molto amichevoli e pronti a dare una mano se serve, noi l'ultima volta che ci trovammo in una situazione del genere fu in Brasile dove arrivammo in questo club nautico con gavitelli tutti vuoti, ne prendemmo uno, poco dopo arriva il barchino del club e tutti incazzati ci dicono che ci dobbiamo staccare perché solo i soci possono attraccarsi, ma e' tutto vuoto diciamo, se volete vi paghiamo il disturbo, niente da fare cocciuti come i muli e davvero delle persone sgarbate, insomma a rischio che chiamassero la polizia ci siamo dovuti staccare e ancorare in 25 metri di fondo, se solo li ha beccati di striscio uno dei cancheri che gli ho inviato sono ancora in qualche pronto soccorso.
Insomma con questo brutto ricordo, scendiamo il dinghy e andiamo a terra al club, dove hanno anche un pontone galleggiante per ospitare 4 barche gia' pieno dei locals, hanno anche un piccolo pontoncino galleggiante solo per i dinghy ...me coioni che organizzazione!
Scendiamo al pontile e vediamo un paio di persone che chiacchierano, chiediamo se va bene il gavitello che abbiamo preso e se c'è un ufficio dove rivolgersi se eventualmente dobbiamo pagare qualcosa. David uno dei due ci risponde che di uffici non ce ne sono e che lui è l'ufficio, perché quello è un club privato e fanno tutto da soli, e si, non c'è problema per il gavitello visto che è il suo e la sua barca un X-yacht 47 è ormeggiata al pontile, naturalmente nulla da pagare.
Due chiacchiere in amicizia, ci propone di portarci in macchina se abbiamo bisogno di un supermercato o di gasolio, ci dà il suo numero di cellulare in caso di qualche necessità, e ci dà il codice di accesso del portone di ingresso dalla strada, insomma un vero Gentlemen.
Noi abbiamo solo voglia di farci una bella camminata e magari di festeggiare il primo maggio con una bella mangiata traditional inglese/irlandese innaffiata da una buona Guinness.
Purtroppo ci dicono che nei paraggi essendo tutta riserva naturale non c'è nessun Pub o ristorante, ci dicono forse c'è qualcosa su di là, ma è distante.
Ci danno due dritte e lancia in resta partiamo all'avventura di tacitare lo stomaco dalla fame.
La passeggiata è bellissima, tra boschi in fioritura e uccelli a squarciagola, dopo un chilometro circa passa un auto e la fermo chiedendo se sa di qualche ristorante, tira fuori il cellulare e su Google Earth ci indica piú o meno dove ci dovrebbe essere il ristorante, ma tra l'accento terribile che si ritrova e non conoscendo bene la zona, ci riesce difficile capire dove è sto posto.
Camminiamo ancora un po' poi decido di fare una ricerca su Google Map e trovo il fantomatico ristorante a 6 chilometri di distanza su e giú per qualche collina.
Telefoniamo per essere sicuri che sia aperto e gambe in spalla ci sciroppiamo 6 chilometri bellissimi in una stretta stradina tra alberi fioriti.
Arriviamo al ristorante con i crampi della fame e anche un po' preoccupati per il ritorno degli altri 6 chilometri.
Mangiata traditional, zuppa del giorno buonissima e come main course, agnello con patate e zucca con grevy abbondante per me e Antonella roastbeef .
Una mangiata spettacolare, camminando camminando torniamo in barca con le gambe come due tronchi d'albero, stanchi mazzati, ma felici di aver passato un così bel primo maggio.
Rincontriamo David, altre due chiacchiere e gli chiediamo se c'è la possibilità di ormeggiarsi nel paese di Strangford, ma certamente, c'è un mini pontile galleggiante di 25 metri con acqua e luce ad un prezzo abbastanza popolare, se ci interessa chiama Danny il gestore e lo avverte del nostro arrivo l'indomani, bene, siamo supercontenti per questa supergentilezza, davvero squisita.
Per oggi non vediamo l'ora di arrivare in barca, sistemare il dinghy e il motore, accendere la stufina e spaparanzarci sui divani di bordo.
Una giornata davvero magnifica che termina con un tramonto outstanding. Quà le giornate si sono allungate in maniera esponenziale, ora fa luce alle 04:30 di mattina e fa buio alle 22:00 di sera.
2 maggio 2023
Dallo sbarramento del fiume Quoile a Strangford paese.
54 22.3660 N 005 33.2972 W
Mattinata tranquilla, per muoverci dobbiamo aspettare la marea delle 11:45 per poter andare a Strangford, nel frattempo David ha chiamato Danny per il posto al pontile e ci dice che ci monitora con l'AIS e sarà al pontile ad aspettarci.
Partiamo e facciamo le 4 miglia fino a Strangford, la corrente corre verso l'uscita del fiordo, ma sottocosta si crea una controcorrente che va nella direzione opposta, in piú abbiamo anche il vento sul naso, peró abbiamo il gran privilegio di intercettare una foca che ci passa a pochi metri, un incontro davvero imprevisto e gradito. Arriviamo al pontile praticamente a granchio, peró tutto bene. Naturalmente il pontile di questa stagione è vuoto e tutto per noi, scopriamo che c'è anche luce e acqua, meglio di così non si potrebbe, in piú essere ormeggiati in questo mini paesino da cartolina. Strangford Lough è proprio un posto speciale e siamo ben contenti di essere da queste parti fuori stagione, una meraviglia, magari abbiamo stretto i denti un po' all'inizio per il freddo e il cattivo tempo, ma essere quà ora proprio nel momento che la primavera è esplosa è davvero un gran privilegio.
Il track da Carlingford a Strangford |
Da Strangford al Quoile River e ritorno |
A Carlingford
L'ingresso al marina |
... l'uscita dal marina |
l'ufficio postale |
Pietra di traduzione dell'antica scrittura Ogham (Vedi Book of Kells) |
Carlingford il porto e il castello |
La testa scolpita nel tetto |
il parco dei Leprechauns |
Vista sul paese all'imbocco del fiordo, Greenore |
La vecchia stazione diventata ufficio del turismo |
30 aprile partenza da Carlingford
30 aprile , partenza da Carlingford |
Il paese dall'altro lato, Greencastle |
Arrivo a Strangford
La meda Angus Rock all'imbocco di Strangford |
Il paese di Strangford |
All'ancora a Audley |
1 maggio, Quoile Yacht Club
da Audley Bay |
Portaferry sulla riva opposta |
i gorghi |
Killileagh |
Il Pub ristorante finalmente! |
Le torri rotonde medievali rifugio contro gli attacchi. |
Tramonto al gavitello, Quoile Yacht Club |
2 maggio , al pontile a Strangford
Quoile Yacht Club |
Portaferry e il ferry |
La cabina riciclata come scambio libri |