Vista la lunga e insolita permanenza a Maria Galante e l’incoraggiamento a
mettere del mio nelle foto, mi sono sbizzarrita
su vari soggetti, di conseguenza è indispensabile una breve introduzione
sul luogo.
Premetto che, dopo essere stati in Guyana francese, le province d’oltremare
hanno molti tratti in comune, primo fra tutti la tela Madras gialla e
rossa che si ritrova nelle tovaglie e
nei costumi tradizionali in Guyana,
Martinica e Guadalupa.
Il secondo elemento che distingue queste isole – Antille francesi - dal
resto dei Caraibi è l’architettura coloniale che crea una identità legata alla
madrepatria o “metropole” ( come si chiama la Francia nelle colonie), in
particolare per gli edifici istituzionali – comune e palazzo di giustizia – che si mescolano con
le casette di legno colorate vivacemente
presenti in tutte le Piccole Antille.
Le piazze comunali sia a S. Pierre in Martinica che a Maria Galante sono
dello stile Ali Tur degli anni Trenta e risentono dell’influenza di modernismo
e razionalismo.
L’altro elemento caratteristico è la lingua creola, un misto di dialetti
francesi con altre lingue, che si ritrova in molte scritte nei luoghi pubblici
e sui muri.
L’influenza francese si ritrova in qualche modo nel gusto
dell’abbigliamento, soprattutto delle donne più anziane con i loro ampi vestiti
colorati e i cappellini di paglia.
Maria Galante fa parte
dell’arcipelago della Guadalupa insieme a Les Saintes e altre piccole isolette,
tutte visibili all’orizzonte da Maria Galante.
Ci sono 3 città importanti che sono S. Louis, Capesterre e Grand Bourg che
è la capitale dove siamo ormeggiati al porto.
S. Louis è il principale ancoraggio dell’isola per le barche a vela, anche
se non molto protetto dal rollio del Nord Est.
Capesterre è situata a sud est, ha un piccolo porto di pescatori riparato
dai reef, che quando siamo passati era completamente invaso dalla stessa alga
che avevamo incontrato nella traversata dell’Atlantico e che abbiamo scoperto
essere i famosi Sargassi che danno il nome al Mar dei Sargassi che corrisponde
a una particolare zona dell’Oceano Atlantico.
L’alga in decomposizione faceva una puzza terribile.
L’isola vive di turismo, agricoltura, allevamento e pesca. In passato era
chiamata l’isola dei cento mulini che servivano per la lavorazione della canna
da zucchero. Sono ancora attive un paio di distillerie di rum e uno
zuccherificio. Recentemente è stata costruita una centrale eolica che
rifornisce di energia l’isola.
Abbiamo affittato un motorino e abbiamo fatto un giro, incontrando molti
bovini che sono anch’ essi un simbolo dell’isola.
Gli animali d’allevamento come capre e galline sono molto comuni anche nelle
altre isole francesi. E’ normale vedere scorrazzare in giro chiocce con pulcini
e galli che si mettono a cantare sulla pubblica piazza.
Tra le molte cose che mi hanno affascinato, ci sono le scritte e le
decorazioni di alcuni negozi e ristoranti e i graffiti. Sono un miscuglio di naif e fumetti, e la
loro bellezza sta nella spontaneità con cui sono realizzati. Mi sembrano come
piccoli racconti a colori.
La spiaggia di Grand Bourg
Lezione di nuoto
La sede dei sub
La Dominica all' orizzonte
Lambi , le conchiglie
Grand Bourg il porto
Scrivano pubblico
Nassa artigianale
Fregata, grande uccello che ruba il pesce agli altri perche non puo atterrare in acqua
qui piu frequente dei pellicani
GIRO DELL' ISOLA
Capesterre
Capesterre il porticciolo invaso dai Sargassi
I mulini
Guele Grand Gouffre a Nord dell' isola
L' alga e Si intravede Desirade all' orizzonte
L' Isolotto del vecchio forte costa Ovest prima di S louis
Sulla spiaggia..... Il soffio di Dio
S Louis Ristorante vista mare
GRAND BOURG
La piazza del comune e gli edifici Ali Tur
ormeggiati al molo